Sono passati 65 giorni dal 13 febbraio, giorno in cui inviammo le nostre domande al sindaco di Pompei Claudio D’Alessio, e finalmente arrivano anche le risposte. Tuttavia come quando un regalo tanto atteso viene scartato, un senso di delusione ci pervade a leggere le parole del nostro primo cittadino. Arrivano tramite e-mail, impedendo qualsiasi dialettica tra gli interlocutori, secondo un malinteso senso della nostra disponibilità ad anticipare gli interrogativi. Comprendiamo l’esigenza di assicurarsi una preparazione dei singoli argomenti, ma inviare con lo stesso mezzo le risposte appare un abuso di pazienza e una totale assenza di considerazione per la nostra professionalità che viene bistrattata con noncurante arroganza. Altrettanto sorprendente, ai limiti dell’offensivo, è il contenuto delle risposte, telegrafiche, simili ai risultati di un programma automatico. Alcune ripetute incessantemente per anni senza esito, altre incredibilmente e colpevolmente evasive. Ciò che ci lascia sentitamente feriti, non è l’attesa ma il risultato, la constatazione che le domande invece di essere intese come uno stimolo a migliorare e rimediare a errori eventualmente commessi, siano percepite come un attacco da cui difendersi a tutti i costi, secondo una coazione a negare che rasenta, a volte, il paradosso della vacuità. Tranne l’esclusiva sul satiro, infatti, che ci garantisce anche per consolidato attaccamento e con velata ironia, negli altri casi siamo di fronte a un puro gioco di prestigio degno di un ufficio stampa e non di un giornale, cui si tenta di mettere il bavaglio non intimandogli di tacere ma mettendogli in bocca parole vuote. Stentiamo a credere che il primo cittadino che si è rivolto a noi in questi termini sia lo stesso politico di lungo corso che da ben otto anni guida una città famosa in tutto il mondo, lo stesso illuminato amministratore che a New York annuncia gli scenari rivoluzionari del parco archeologico virtuale, che partecipa al vertice col governo per salvare la città sepolta. Lo stesso D’Alessio nelle sue dieci risposte da buon calciatore dibbla i quesiti, come un grande oratore riempie le righe di parole che non affrontano in maniera concreta le problematiche poste dai nostri quesiti. Anzi, la sua elusività ne crea altri. Perchè un rappresentante delle istituzioni, eletto dal popolo, attende tanto tempo per rilasciare un’intervista, come se la stampa non fosse l’espressione di un diritto ma un accessorio da usare quando c’è qualcosa da pubblicizzare e da evitare quando si deve rendere conto di quello che è stato fatto, e soprattutto di quanto è rimasto solo sul libro delle buone intenzioni e delle promesse. Perchè quando poi si concede alla fine la propria voce, si perde l’occasione di spiegare e chiarire e si sceglie di rimanere nel vago e nell’evasivo, concependo ancora la politica come un rapporto unilaterale, da vivere solo in campagna elettorale, senza ulteriore interazione con i cittadini a cui al termine del proprio operato si dovrà comunque rendere conto. In ultima analisi queste risposte appaiono ancorate alle vecchie logiche della politica autoreferenziale e afona, quando si trova faccia a faccia con la realtà e i suoi quesiti ineludibili. Ai cittadini, quindi, traditi e privati dell’opportunità di un confronto leale e democratico, l’onore e l’onere di valutare se il peccato originale è nelle nostre domande o nelle sue mancate risposte.
Claudia Malafronte
Domande del Gazzettino Vesuviano per il Sindaco di Pompei, Claudio D’Alessio
Sono passati due anni e mezzo dalle ultime elezioni amministrative a Pompei, e, giunti a metà mandato, è tempo di bilanci sulla gestione della città. Pertanto, il nostro giornale intende rivolgere al sindaco Claudio D’Alessio alcune domande sull’attività fin qui svolta.
1) In che modo la sua amministrazione intende impegnarsi per migliorare la condizione delle periferie, come promesso nel corso dei comizi elettorali anche dal palco di piazzetta Concordia a Messigno? In quella occasione si parlò di cinque anni da dedicare alle periferie, ma, stando ai fatti, vedi l’illuminazione natalizia, le aree lontane dal centro città in questi ultimi due anni e mezzo appaiono ulteriormente abbandonate in particolare per quel che riguarda la sicurezza, dell’arredo urbano ed i trasporti che penalizzano fortemente gli abitanti delle frazioni.
“Le periferie sono il fulcro del Piano Programmatico attuato dall’Amministrazione Comunale Il Comune ha stanziato un milione di euro per rifare il look alle strade periferiche della Città di Pompei. Il progetto di restyling prevede: l’innovazione dell’arredo urbano; il rifacimento del manto stradale e dei marciapiedi; l’ interramento dei cavi aerei, dell’illuminazione pubblica e della linea telefonica; una nuova segnaletica orizzontale e verticale. Via Casone e Via Corsa sono già state oggetto di tali lavori ”.
2) Come valuta gli interventi realizzati in Piazza Schettini e nella Fonte Salutare? I risultati sono chiaramente deficitarii rispetto ai progetti presentati ed in più occasioni abortiti. Progetti che sul finire dello scorso mandato videro coinvolti nomi di spicco come l’assessore Arch. Gambardella, purtroppo senza esiti degni di nota. Sono previsti dei nuovi interventi per ridare dignità a tutta l’area?
“Questa Amministrazione ha ereditato dal lontano passato tali interventi. Il Direttore dei Lavori Arch. Claudio Nardi non ha ottemperato ai suoi compiti. L’Amministrazione Comunale lo ha rimosso dall’incarico e sulla vicenda, però, c’è un contenzioso in corso”.
3) La riconversione dell’ “Aticarta” in centro commerciale è stata salutata come un successo. Cosa risponde alle preoccupazioni dei commercianti che la considerano la fine del commercio di vicinato a Pompei?
“La riconversione è stata dettata dalla necessità di salvaguardare i posti di lavori dei dipendenti della cartiera licenziati. Il Comune si impegnò, nel 2005, con pubblicazione dell’avviso per la presentazione delle manifestazioni di interesse da parte degli imprenditori interessati a rilevare l’azienda. La priorità fu data agli industriali del settore cartario e a quelli che producono materiale cartaceo. L’obiettivo era continuare a produrre carta nella storica cartiera pompeiana. Nessun imprenditore del settore si mostrò interessato. L’unica società con le capacità economiche tali per rilevare la cartiera che rispose all’appello è stata la Coop7. La priorità, le ripeto, era di salvaguardare i posti di lavoro”.
4) La presentazione del servizio di raccolta dei curricula dei candidati al collocamento nel centro commerciale “La cartiera” ha costituito un’importante iniziativa dell’amministrazione comunale, rispetto alla quale persistono numerosi interrogativi. Suscita perplessità, innanzitutto, la tempistica dell’intervento, che appare a taluni tardivo, collocandosi a pochi mesi dall’apertura dell’ipermercato, a fronte di del diluvio di domande. Altri, del resto, ne contestano addirittura l’utilità, laddove la suddetta procedura non è obbligatoria, potendo, gli operatori commerciali, scegliere forme alternative di contatto col futuro personale. Polemiche, ancora, sono suscitate dal destino riservato ai profili inviati prima della nuova forma di registrazione, profili che sono stati, per l’appunto cestinati, nonostante vi fosse un apposito modulo rilasciato agli interessati.
“L’intento è stato quello di dare ordine alle legittime aspettative lavorative dei giovani. Per tenere lontano il malaffare, nel senso di coloro che millantano false promesse lavorative, e per evitare che ‘certa’ politica potesse ingenerare false aspettative, facendo del clientelismo.
La finalità è stata quella di perseguire con strumenti efficaci l’interesse pubblico alla legalità, alla regolarità dell’attività lavorativa ed al rispetto delle norme legislative contrattuali vigenti in materia di lavoro.
Abbiamo, di intesa con la Fergos, voluto favorire ed agevolare l’incontro, non impegnativo, della domanda ed offerta di lavoro, perseguendo, con strumenti efficaci, il preminente interesse pubblico alla creazione di pari opportunità per i cittadini interessati all’iniziativa”.
5) È stato studiato, e se sì con quali risultati, l’impatto dell’apertura del nuovo centro commerciale “La Cartiera” sulla viabilità della periferia sud di Pompei?
“Parallelamente alla realizzazione del centro commerciale la Fergos è impegnata a potenziare le vie di collegamento”.
6) Tra i tanti progetti annunciati negli ultimi otto anni della sua amministrazione, molti sono rimasti lettera morta. Tra i primi che ci vengono in mente, e che hanno avuto risalto sulle pagine nazionali degli organi di informazione, ricordiamo la venuta a Pompei del genio dell’architettura Peter Eisenman per la realizzazione della nuova stazione della circumvesuviana o l’annunciata presentazione alla Biennale di Venezia del PUC, che doveva essere concretizzato dal prof. Palma, e che doveva cambiare il volto della città nuova. Ricorderà certamente anche l’annuncio della ormai certa realizzazione del “Museo del Sacro Cuore”.
“Per quel che concerne la realizzazione della nuova stazione della Circumvesuviana è noto che i fondi, finanziati per tale progetto, sono stati congelati dalla Regione Campania.
7) Come è stato possibile rilasciare autorizzazioni per la ristrutturazione delle “Case degli Operai” in assenza di documenti che attestassero con certezza la proprietà dell’immobile? La questione è al centro di interpellanze regionali e intanto Pompei oltre alle autorizzazioni, ci risulta, abbia contribuito anche economicamente al completamento dell’opera?
“E’ noto che il progetto di ristrutturazione delle Case Operaie è stato curato dalla Regione Campania. L’Amministrazione Comunale di Pompei, per aiutare la Chiesa e gli orfanelli che assiste con le sue opere, si è fatta carico di sostenere degli oneri in quanto stazione appaltante”.
8 ) Quale sarà la prossima destinazione del “Satiro errante”, la sfortunata riproduzione della scultura dell’antica Pompei che nella città nuova non trova pace, costretto a nascondersi negli angoli più oscuri e abbandonati come una presenza ingombrante e sgradita, nonostante la sua folgorante bellezza?
“Non abbiamo, al momento, pensato ad altre location. Appena prenderemo una decisione in merito, Le faremo sapere in via anticipata”.
9) Perché a Pompei i parcheggi pubblici diminuiscono come a Piazza Schettini o nell’area della 167 a causa della nuova rotonda? Che fine hanno fatto i parcheggi alternativi? Intanto a Pompei, a differenza delle cittadine limitrofe, non esiste il frazionamento del parcheggio in unità inferiori all’ora.
“Abbiamo già delineato con l’Aipa il frazionamento delle tariffe di parcheggio”.
10) Il ministro dei Beni Culturali Lorenzo Ornaghi ha recentemente affermato “via la camorra dagli Scavi di Pompei”. A fronte di tali dichiarazioni si attendeva una risposta forte, di indignazione o di denuncia, da parte dei rappresentanti delle istituzioni, soprattutto locali, se non per riscattare quantomeno per scuotere la popolazione, laddove la mancanza di reazioni è apparsa come una rassegnata accettazione di una realtà che ci divora e ci riguarda tutti. Come spiega il suo silenzio rispetto a una tale chiamata di responsabilità che coinvolge una parte essenziale del territorio comunale?
“Le affermazioni del Ministro Ornaghi si riferivano agli appalti che saranno affidati per il restauro dell’area archeologica. Non si riferiva affatto alla Pompei moderna. Recentemente, a tal proposito è stato firmato un protocollo di legalità in prefettura alla presenza del Presidente del Consiglio Monti e dei Ministri Cancellieri, Ornaghi, Barca e Profumo”.