“Deus Vult”. Con questa frase Pietro l’eremita incitava i principi cristiani a liberare il Santo Sepolcro, e con queste stesse parole definitive e incombenti si apre il nuovo romanzo del professor Pasquale Basso, edito da “Il Gazzettino Vesuviano”. A discutere con l’autore della sua ultima opera, il 20 aprile nell’aula consiliare del comune di Pompei, vi erano l’editore Gennaro Cirillo, il giornalista e scrittore Carlo Avvisati, il giornalista Ferdinando Fontanella, la scrittrice Livia Cipriano; oltre all’Assessore ai Grandi Eventi Giuseppe Tortora e il capogruppo del PD in consiglio comunale Domenico Mancino. La seconda fatica letteraria del Basso si distingue nettamente dalla sua esperienza precedente, “Retaggio”, romanzo storico – sentimentale, per traghettarlo direttamente nelle ombre del giallo. L’Italia raffigurata nella cornice romanzesca è quella povera e disgraziata del secondo dopoguerra, quella degli anni cinquanta ancora pieni di speranza per il futuro, anni di cui lo scrittore ha voluto restituirci le atmosfere, da lui stesso vissute nell’infanzia e ritornate nell’esperienza artistica, mediate dal ricordo e dall’emozione. Un insolito protagonista fa breccia nel nostro immaginario tra le pagine del libro, Giovanni Di Natale, detto Giannone, un uomo dalla figura imponente e dal passato oscuro e tormentato. Il mistero che lui, esperto investigatore, è chiamato a svelare è rappresentato da un delitto inspiegabile e inquietante: l’omicidio di un anziano sacerdote della provincia meridionale. Attraverso un percorso investigativo tortuoso e i personaggi in cui si imbatterà nel corso della narrazione, in particolare la sua vicina generosa Marta, il personaggio principale vivrà una storia personale e parallela di riscatto e di rinascita che coincide con lo scioglimento finale. Altro non è possibile rivelare, trattandosi di un giallo, e non resta, quindi, che invitarvi a scoprirlo mediante questa piacevole ed agevole lettura.
Claudia Malafronte