Il Gazzettino vesuviano | IGV

Voto inquinato a San Giorgio a Cremano

Scoppia la bomba politico-giudiziaria nella città vesuviana. A meno di due settimane dalle amministrative che porteranno alla composizione del nuovo consiglio comunale ma, soprattutto, alla elezione del nuovo sindaco (o alla riconferma di quello attuale), ad una campagna elettorale già molto accesa, costituita di repentini contraccolpi e scoppiettanti colpi di scena, si aggiunge un caso di “malapolitica”. La Prefettura di Napoli, nell’ambito di una vasta operazione di controlli sulla regolarità delle elezioni nei comuni che vanno al voto, avrebbe appurato qualcosa di sospetto in alcune liste di centrosinistra che sostengono la ricandidatura del sindaco uscente di San Giorgio a Cremano, Domenico Giorgiano. Dopo le consuete verifiche sui precedenti penali di tutti i candidati alle prossime comunali, avrebbe emesso il proprio “verdetto”: tre aspiranti consiglieri saranno esclusi, ed una lista sarà eliminata poiché essendo escluso uno dei suoi candidati è venuto meno il numero minimo di partecipanti per sottoporsi al giudizio degli elettori. I soggetti in questione sarebbero incandidabili così come previsto dall’art. 58 del D.Lgs 267/2000, in quanto avrebbero subito processi penali e condanne superiori ai due anni. Si tratta di Rocco Siclari, dipendente Asl, componente della lista personale di Giorgiano, “Moderati e Riformisti”, coinvolto, oltre 25 anni fa, in una causa per bancarotta fraudolenta. Il reato è stato anche condonato, ma Siclari, per sua stessa ammissione, avrebbe dimenticato di richiedere la cancellazione presso il casellario giudiziario. Possibile faccia ricorso contro la decisione presa dalla commissione elettorale. Escluso dalla competizione elettorale anche Luciano Barile della lista “Grande Sud”  la cui eliminazione, essendo la lista di soli 16 candidati, ha causato l’esclusione della stessa. Sulla vicenda è intervenuto il coordinatore regionale  di Grande Sud, Maurizio Iapicca:«Tale esclusione ci coglie di sorpresa, considerato che il candidato in questione ha sottoscritto il codice di autoregolamentazione attestante la sua eleggibilità. Non ritenendoci responsabili del comportamento di una persona che ha sottoscritto una condizione diversa da quella rilevata dalla Prefettura –  spiega Iapicca – preannunciamo ricorso avverso. Ciò non pregiudicherà l’appoggio che, comunque vada, il nostro partito ha riservato e riserverà al candidato sindaco Domenico Giorgiano». Al momento non si conosce il tipo di reato per cui Barile sarebbe stato eliminato. Il terzo escluso, Antonio Amato, nella lista dei Verdi, ha alle spalle una condanna per detenzione abusiva di armi, o più precisamente per aver custodito in casa alcuni fucili da collezione non dichiarati. Contrito per quanto accaduto il sindaco uscente Mimmo Giorgiano:«Le esclusioni si riferiscono a condanne per reati comuni risalenti a diversi anni fa e rispetto ai quali gli interessati non hanno ancora provveduto a compiere le ordinarie pratiche di riabilitazione. Ho l’onore di essere sostenuto da oltre duecento candidati: non è sempre facile acquisire ogni informazione utile su ciascuno di loro e in questi casi ci siamo affidati – come prevede la legge – alle autocertificazioni. Deploro, certamente, il loro comportamento che poco si confà allo stile della nostra coalizione. Come tutti i cittadini sanno, legalità e trasparenza sono stati i capisaldi della mia azione amministrativa negli ultimi cinque anni e su questa stessa base vogliamo governare anche per il prossimo mandato. Voglio ringraziare la Prefettura e la Corte di Appello per aver svolto il loro lavoro rapidamente e con attenzione: in questo modo potremo svolgere nella piena serenità le prossime elezioni.
Purtroppo, la situazione generatasi ha comportato – come inevitabile conseguenza – l’esclusione della Lista Grande Sud che essendo rimasta con soli 15 candidati non può più partecipare all’agone elettorale.
Non intendo tuttavia disperdere, per questo aspetto amministrativo, il valore politico dell’adesione di questo partito alla mia coalizione che si è proposta e resta un momento di incontro tra riformisti e moderati per costruire un progetto serio di crescita per la città. Invito perciò gli elettori di Grande Sud a continuare la mobilitazione a sostegno della mia candidatura, perché il progetto politico che abbiamo costruito insieme accoglierà il contributo di tutte le forze che vi hanno partecipato». Il fenomeno delle liste inquinate raggiunge così il suo apice nell’hinterland partenopeo, dove sembra che i candidati non abbiano alcuna preoccupazione davanti al fatto di proporre il proprio nominativo anche in condizioni per così dire «delicate». Una vicenda che, a poco meno di due settimane dal voto, potrebbe avere delle ricadute anche sul piano politico. Una brutta “gatta da pelare” per il primo cittadino che si ripresenta per un secondo mandato ma che si dichiara sereno. Intanto, il candidato sindaco dell’Alleanza dei moderati Aquilino Di Marco fa sapere che «qualsiasi sia il tipo di reato esistono delle regole a cui bisogna attenersi e che l’attuale sindaco ha disatteso. Stando agli ultimi avvenimenti, a mio avviso, è palese il rischio di inquinamento di questa campagna elettorale».

                                                                                                                            Claudio Di Paola

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