Napoli: Servizi sociali tra buone azioni e vecchie polemiche

Coordinata dall’Assessore Sergio D’Angelo, si è svolta una prima operazione di presa in carico delle circa 30 persone senza dimora che da tempo sostano nei giardini di Piazza Cavour. L’intervento dell’Assessorato alle Politiche Sociali, di concerto con l’Assessorato alla Sicurezza e la terza Municipalità, ha visto coinvolti venti tra assistenti sociali e operatori dell’unità mobile di Strada “Il Camper”, agenti di Polizia Municipale, uomini e mezzi dell’Asia. “Abbiamo incontrato persone in difficoltà che, a fronte di gravi disagi

esistenziali e socio-economici, non hanno trovato altro rimedio che riversarsi nelle strade – ha spiegato l’Assessore alle Politiche Sociali Sergio D’Angelo – E’ stata offerta loro la possibilità di essere ospitati presso alcune strutture di prima accoglienza e abbiamo provveduto ad accompagnare tutte le persone che hanno accettato di essere trasferite, restituendo così la piazza agli abitanti del quartiere e dell’intera città. Si tratta di un importante intervento sinergico che proseguirà nei prossimi giorni, in aree con analoghi disagi”

Da un lato i buoni propositi, dall’altro le vecchie polemiche mai sopite.

Il capogruppo di Italia dei Valori, Franco Moxedano, definisce “inopportuna la delega dei Servizi Sociali a Sergio D’Angelo per presunto conflitto di interessi in qualità di presidente uscente di Gesco il maggior fornitore del Comune di Napoli”.

Il consiglio comunale si spacca: i  capigruppo di Napoli è Tua e Federazione delle Sinistre, Vittorio Vasquez e Sandro Fucito hanno dichiarato la loro “incredulità per la posizione del collega di maggioranza.” Ancora nessuna posizione ufficiale da parte del sindaco.

“Affidare la delega alle politiche sociali a Sergio D’Angelo è stato inopportuno” – ha affermato Franco Moxedano, capogruppo in consiglio comunale di Italia dei Valori, il partito che ha sostenuto il sindaco de Magistris. Polemiche nella maggioranza sono scoppiate dopo gli aumenti delle tariffe per gli operatori Gesco, che gestiscono l’assistenza domiciliare integrata.

Servizio scaduto il 31 marzo e riaffidato a Gesco per altri sei mesi. Più soldi (2 euro in più l’ora) previsti dal nuovo contratto nazionale, in vigore dal primo gennaio:  ecco che scoppiano le proteste dei lavoratori di altre cooperative private che assistono i disabili nelle scuole, con un contratto siglato a dicembre e per questo non possono beneficiare degli aumenti. Attacca Moxedano: “Ci vuole discontinuità con il passato ed è discutibile avere come assessore l’ex presidente di Gesco e delle Lega delle cooperative. I dirigenti alle politiche sociali sono gli stessi della giunta Iervolino. Andavano cambiati. E poi l’assessore dovrebbe lavorare in sinergia con gli altri colleghi di giunta”. Intanto su 109 lavoratori delle coop private, 19 hanno ancora pagamenti arretrati con il Comune. Con un contenzioso in atto. Agli altri sono state saldate le spettanze negli ultimi giorni, per effetto di una trattativa siglata da D’Angelo. In questi casi si rincorrono le solite voci di corridoio: in molti sostengono che la trattative di D’Angelo sia stata “piuttosto bonaria e permissiva”.

Tuttavia è la proroga a Gesco a far discutere. Sostiene Moxedano: “Si doveva procedere con una gara pubblica e non ridursi alla scadenza per poi riconfermare Gesco”. Sotto accusa finiscono i 2 milioni l’anno spesi dal Comune per le cooperative che assistono i disabili. “Accorpiamo tutto il servizio nella partecipata Napoli Sociale dove magari fare assunzioni con un bando pubblico”, propone Moxedano, nonostante i debiti della società, il bilancio da approvare e le recenti dimissioni dell’amministratore.

“Moxedano deve chiarire la sua posizione – ha risposta l’Assessore sulla stampa – nel 200 si oppooneva alla stabilizzazione dei 200 lavoratori delle cooperative e nel 2010 chideva il ridimesionamento della stessa società”

Insomma, si è nuovamente di fronte all’ennesima grana per gli operatori sociali: categoria di lavoratori sempre più a r ischio. Il timore è quello di veder lievitare, con pratiche clientelari, le assunzioni in “NapoliSociale”, già a rischio di fallimento oltre che sotto la lente della magistratura. Situazione molto complessa e contestabile da entrambi i lati: perchè il capogruppo Moxedano si limita a chiedere l’internalizzazione in Napoli Sociale solo di alcuni servizi e non di tutte le attività inerenti le politiche sociali partenopee? Come mai l’assessore D’Angelo non fornisce chiarimenti sui contenuti, ma si è sempre limitato a dichiarare che le domande vanno rivolte ai dirigenti di Napoli Sociale?

Mario De Angelis

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