Gli assessori del Comune di Lauro (Av) Katia Peluso e Rossano Sergio Boglione
replicano alle dichiarazioni rese a mezzo stampa dal sindaco Salvatore
Mazzocca. «Le parole del sindaco ci lasciano alquanto interdetti e sconcertati
per una lunga serie di ragioni. Innanzitutto, riteniamo che sia il caso di far
chiarezza in merito all’etichetta attribuitaci di “ribelli”. La ribellione è da
considerarsi un atto di sollevamento del popolo contro un ordine costituito ma
anche il rifiuto di una legge o di un atteggiamento politico-amministrativo.
Ora, se giungere nelle sedi istituzionali preposte (riunioni di maggioranza,
Consiglio comunale e Giunta) con “idee altre” per la risoluzione delle
principali problematiche cittadine, perché divergenti rispetto alle scelte che
di contro vengono assunte nelle vere “camere caritatis”, significa essere
“ribelli”, allora siamo ben fieri di considerarci tali».
Boglione e Peluso precisano sulle vicende riportate dal sindaco sull’ultima
seduta di giunta comunale, convocata per assumere decisioni riguardo al
contenzioso contro la società IrpiniAmbiente. «Abbiamo partecipato lunedì
scorso alla riunione dell’esecutivo. L’intervento del primo cittadino si
appalesa quindi, più quale ritorsione rispetto ad un evidentemente indigesto
“No” piuttosto che quale difesa del pubblico interesse. Il suo racconto è
caratterizzato da importanti omissioni di cui è necessario dare notizia.
Mazzocca rende nota ai cittadini la nostra diserzione alla giunta di mercoledì
“dimenticandosi dell’imboscata” di cui siamo stati vittima due giorni prima. In
quella occasione il sindaco ha contattato i membri dell’esecutivo cittadino per
un incontro dell’ultimo munito senza indicare alcun ordine del giorno. Lo
stesso, poi, in seduta ha rappresentato che, consultato de visu l’avv. Pennetta
si rendeva necessario a pena decadenza decidere circa l’opportunità di proporre
ricorso al Consiglio di Stato. Noi, unici presenti, oltre al sindaco Mazzocca,
abbiamo manifestato in primis la necessità di un contraddittorio più ampio,
poi, causa la paventata decadenza si è proceduti alla discussione. Abbiamo
fatto presente le nostre perplessità nel perseguire un’azione giuridica, i cui
esiti sono stati già negativi dinanzi al Tar e che forse rimarranno tali anche
davanti al Consiglio di Stato. Inoltre, considerato che il passaggio ad
Irpiniambiente inizialmente sarebbe dovuto avvenire il 1 luglio 2011, salvo le
proroghe successive, ed ipotizzando una nuova bocciatura giurisdizionale,
abbiamo ritenuto opportuno stimolare il sindaco e i colleghi di giunta a
prendere in considerazione prospettive diverse, anche e soprattutto a tutela
dei dipendenti attualmente collocati in mobilità per i quali potrebbero aprirsi
nuovi sbocchi occupazionali. Non solo. Paventando la sconfitta anche dinanzi al
Consiglio di Stato, potrebbe accadere che la società provinciale decida di
chiedere al Comune persino i danni per la mancata attuazione del servizio,
senza contare le spese legali cui andremmo incontro.L’incontro si è concluso
chiaramente con il nostro dissenso». Secondo Boglione e Peluso tale antefatto
chiarisce senza dubbio i fatti che si sono, poi, succeduti. «Il sindaco –
spiegano ancora – ha convocato una nuova seduta per discutere del contenzioso
con IrpiniaAmbiente nonostante avesse parlato chiaramente di urgenza e
decadenza e soprattutto nonostante avessimo già espresso non solo le nostre
perplessità ma soprattutto avessimo apertamente dichiarato il nostro voto.
Ora non è assolutamente difficile capire il nostro stupore e concepire il
nostro sconcerto nell’apprendere quanto dichiarato dal primo cittadino che
interviene tre giorni dopo la seduta alla quale noi ci eravamo presentati (NOI)
e avevamo affrontato il problema che certamente non si è modificato nel giro di
due giorni».