Ancora polemiche a Ercolano per il degrado in cui versa il perimetro esterno del Mav (Museo Archeologico Virtuale). La questione ha assunto progressivamente nel tempo sempre più connotati politici: troppe le “inaugurazioni” e le “rivendicazioni di appartenenza” promosse nel corso degli anni dalla sinistra e dall’attuale maggioranza guidata dal sindaco Vincenzo Strazzullo a cui hanno fatto eco le proteste di un’opposizione tuttavia ad oggi latitante. “Non ci stancheremo mai di affermare – ha commentato l’esponente del PdL Aniello De Rosa – la necessità di preservare una risorsa territoriale che data la centralissima posizione avrebbe però potuto ospitare servizi di primaria importanza per la comunità. Basti pensare all’attuale collocazione dell’Asl in un angusto viottolo di via Macello difficilmente raggiungibile da anziani e disabili per comprendere la gravità di un andazzo che francamente non trova giustificazioni. Il Mav dev’essere considerata una grande opportunità produttiva per Ercolano ma a patto che ne si garantisca sicurezza e igiene nella zona esterna che confina lateralmente con l’area marcatale. Orinatoio a cielo aperto nelle ore serali il perimetro in questione è sistematicamente saccheggiato da teppisti che agiscono, ironia del caso, sotto telecamere di videosorveglianza forse esclusivamente ‘ornamentali’. Chiediamo al sindaco e all’assise tutta di affrontare l’argomento in sede consiliare al fine di arginare un disservizio che rischia di gettare ulteriore ilarità su un paese apparso ultimamente in vistoso affanno”. Non è un caso che molti turisti si fermino a fotografare cordoli divelti e pannelli pubblicitari devastati all’ingresso del Mav: per non parlare dell’eterogeneità delle persone che frequentano soprattutto all’imbrunire la zona come testimoniano le diverse risse scaturite sul posto per futili motivi tra giovani. “Ma cos’è un circoletto ricreativo all’aperto?” : l’insolito quesito veniva posto da una visitatrice straniera che notava come all’ingresso del museo virtuale nugoli di anziani giocassero tranquillamente a carte incuranti della presenza dei turisti.
Alfonso Maria Liguori