Rifiuti: un nuovo impianto per il compost nella zona nord di Napoli

A breve un nuovo impianto nella zona nord di Napoli per il trattamento del compost, la frazione umida dei rifiuti. La giunta comunale di Napoli ha infatti approvato nelle scorse ore la delibera con cui autorizza l’Asia (l’azienda di igiene ambientale del Comune) a pubblicare il bando per la realizzazione della struttura da 30mila tonnellate.

“Si tratterà – si legge nella nota diffusa dal vice sindaco e assessore all’Ambiente Tommaso Sodano  – di un impianto anaerobico, quindi capace di garantire l’assenza di miasmi, che verrà realizzato nella zona Nord di Napoli nei pressi dell’isola ecologica e dell’autoparco di Scampia, in modo da creare un ecodistretto al servizio dei cittadini e soprattutto del quartiere. Si tratta di un impianto a cui ne seguiranno altri due, in modo da perseguire un doppio obiettivo: accrescere la quantità di raccolta differenziata e ridurre i costi derivanti dal trasferimento dell’umido fuori Regione”.

Ecco come funzionerà il moderno ciclo di smaltimento rifiuti con trattamenti biologici per le frazioni organiche. Nella prima fase “anaerobica” si sfrutta a fini energetici (elettricità e calore) la produzione di biogas (metano e anidride carbonica). In seguito è previsto un secondo impianto aerobico per realizzare il compostaggio del “digestato” del primo impianto. L’acqua che fuoriesce dal digestato deve essere convogliata verso un depuratore di acque, in quanto anche i suoi fanghi potrebbero essere trattati nel biodigestore. Dei bio-filtri riescono a ridurre le emissioni di odori a livelli accettabili a poche decine di metri di distanza.

L’intero impianto sarà assolutamente autosufficiente dal punto di vista energetico e il compost prodotto sarà idoneo all’uso agricolo.

Il polo per il trattamento integrato della frazione organica, che si prevede di realizzare a Scampia, dovrebbe quindi essere formato da: digestore anaerobico, impianto di compostaggio e depuratore delle acque. In uscita dai processi biologici sotto forma di gas e vapori, si avranno inoltre metano, anidride carbonica, acqua e composti organici non tossici.

Intanto il professor Franco Ortolani, ordinario di Geologia all’Università Federico II, da sempre coinvolto in queste tematiche, ha rilasciato alcune osservazioni sul suo blog in internet.

“Questo tipo di impianti devono essere gestiti da personale competente e finalizzati a produrre compost di qualità e energia rinnovabile di altrettanta alta qualità. Deve essere considerato il quantitativo di materiale che deve essere trattato in modo da evitare lunghe soste degli autoveicoli con conseguenti dispersioni di cattivi odori. – ha scritto Ortolani – Potrebbe essere presa in considerazione la realizzazione di un impianto iniziale di piccole dimensioni al quale possono essere aggiunti ‘moduli’ successivi dopo che è stato sperimentato il perfetto funzionamento.

La dispersione di cattivi odori verso l’esterno deve rappresentare una spada di Damocle sull’impianto e su chi lo ha voluto e realizzato, ma non sulla popolazione.”

Passi in avanti, intanto, anche per la costituzione del registro regionale dei tumori, con l’approvazione di un progetto propedeutico.

Su proposta dell’assessore alle Politiche Giovanili Giuseppina Tommasielli la Giunta ha approvato, infatti, la delibera che avvia la sperimentazione del progetto denominato “Osservatorio Oncologico”: l’aumento dei tumori nelle provincie di Napoli e Caserta, è da sempre associato, non a caso, all’emergenza rifiuti che le terre campane stanno vivendo da troppo tempo.

“Sostengo il progetto – ha spiegato l’assessore – perché la città di Napoli detiene il primato di provincia metropolitana più giovane del paese e con il più alto tasso di natalità, ma si attesta anche come provincia meno longeva con il più alto tasso di mortalità oltre l’anno di vita, con tassi di mortalità infantile e neonatale tra i più elevati. Anche l’aspettativa di vita alla nascita e la speranza di vita a 65-75 anni sono tra le più basse – ha aggiunto la Tommasielli – mentre il tasso standardizzato di mortalità per tumori supera, secondo l’Osservatorio per la Salute delle Regioni italiane 2010, il valore medio nazionale. In Italia, negli anni ‘80, la mortalità per tumore era più alta al nord rispetto al sud. Questo divario è fortemente diminuito per i risultati combinati di stabilizzazione nel nord ed incremento nel sud. – ha affermato l’assessore durante la presentazione del progetto – E’ quindi indispensabile procedere ad un’osservazione dei dati del Comune di Napoli, valutando la mortalità nelle singole municipalità e cercando possibili correlazioni con fattori sociali, ambientali ed economici. La conoscenza delle cause che possono determinare l’aumento dei tumori del nostro territorio è argomento ancora dibattuto e, a tutt’oggi, manca uno studio capillare del territorio”. Il progetto vedrà anche il coinvolgimento dell’associazione napoletana “Giovani Ricercatori”.

 Mario De Angelis

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