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Col cappio al collo

Un mix di rassegnazione e disperazione provocate principalmente dalla morsa dei debiti. E’ questo che ha portato all’escalation di suicidi in Campania ed in Italia. Il cappio al collo di imprenditori ed operai si stringe sempre più. L’ultima vittima si è suicidata a Pompei, nel parcheggio del Santuario. Arcangelo Arpino, imprenditore 63enne di Vico Equense, ha scelto di togliersi la vita sparandosi un colpo alla testa. Era stato titolare prima di un impresa edile, fallita, e poi attualmente dirigeva un’ agenzia immobiliare e matrimoniale. I debiti, ricavi non incassati e soprattutto le cartelle esattoriali di Equitalia che lo incalzavano. Non ha retto più ed ha deciso di farla finita. Come lui, anche altri in Campania. Tutti sotto la pressione di quelle cartelle esattoriali che ancora prima di sapere il loro contenuto già ti tolgono l’aria. Ora la tensione è alta, in molti vorrebbero ribellarsi al modus operandi di Equitalia. C’è chi come gli imprenditori suicidi implode decidendo di togliersi la vita e c’è chi invece fa esplodere la sua rabbia contro gli edifici dell’agenzia di riscossione dei tributi. A Napoli una prima ondata di protesta è già arrivata: disoccupati organizzati e giovani dei centri sociali sono arrivati allo scontro con le forze dell’ordine. Uova ripiene di vernice rossa e sassi contro la struttura di Equitalia in corso Meridionale. Le forze dell’ordine in tenuta antisommossa rispondono caricando i manifestanti. Il bollettino: 10 agenti feriti ed un manifestante ha riportato lesioni al capo. Le associazioni dei consumatori si schierano chiedendo al Governo di rivedere l’azione di Equitalia: oppressiva. Sarebbe bene rivederla presto, si corre un grosso rischio: il ricorso alla violenza per allentare la morsa del cappio.

Raffaele Cava

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