Si è chiuso a Vico Equense domenica scorsa il “Social Word Film Festival”, importante concorso cinematografico di film a sfondo sociale, che dal 6 al 13 maggio ha animato la cittadina in Penisola Sorrentina. “Un Festival per i giovani fatto dai giovani” – tiene a sottolineare il Direttore Artistico Giuseppe Nuzzo, ventiduenne organizzatore della manifestazione. Nuzzo, nonostante la giovanissima età, ha al suo attivo molte esperienze, prima come apprendista regista e poi come organizzatore di eventi legati al mondo del cinema. “Ho capito a un certo punto che la mia vocazione è questa, lontano dalla macchina da presa e vicino allo stesso tempo. Le prime esperienze le ho avute in America e nel Festival di Giffoni.”
Sostenuto dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, Dipartimento della Gioventù, finanziato dal Forum Giovani della Regione Campania e dal Comune di Vico Equense, il Festival cinematografico quest’anno ha presentato un ricco menu composto da corti e lungometraggi internazionali, realizzati in gran parte da giovani artisti.
Tra le opere più interessanti nell’ambito della sezione dedicata ai cortometraggi, “La colpa” con la regia di Francesco Prisco e “Whah to bring to America” di C. Nassif, realizzato negli Stati Uniti.
Temi trattati il razzismo che può manifestarsi in soggetti apparentemente immuni, e l’infibulazione ancora praticata in America nelle comunità africane. Sagace e ironico il primo, drammatico e cupo il secondo, rientrano nella serie dei piccoli capolavori che solo i professionisti del cortometraggio sanno creare. Degno di nota tra i corti anche ”To rest in peace”, ambientato in Kuwait ai tempi della Guerra del Golfo: due cadaveri giacciono insepolti all’interno di un’auto. Caparbiamente un uomo decide di dargli degna sepoltura, sfidando le autorità e i pericoli che questa azione comporta.
Tra i lungometraggi in concorso, “Circumstance” è stato sicuramente quello più interessante. Ambientato nell’Iran dei giorni nostri, il film ha rappresentato con efficacia la discriminazione ai danni della comunità gay di Theran ed è stato meritatamente premiato per la migliore regia.
Superpremiato dalla giuria, composta da giovani reclutati in tutta Italia tramite un questionario pubblicato in Internet e da professionisti del settore, “Dulce” un corto spagnolo molto delicato ma dal sapore un po’dolciastro sul tema dell’amore in quanto sentimento allo stato puro.
Le giornate dedicate esclusivamente al cinema hanno avuto dei deliziosi intervalli, soprattutto la serata al Castello Giusso, con musica da film e teatro. Il giovanissimo e bravo Adriano Aponte, compositore e pianista di ottima stoffa, ha interpretato i temi di famosissimi film accompagnando l’esibizione davvero bella di Roberta Astuti, giovane attrice di teatro.
Grande interesse, ed era prevedible, lo hanno suscitato la proiezione fuori concorso di “Benvenuti al Nord” e la presenza al Festival di Alessandro Siani, per la notorietà dell’attore molto amato dal grande pubblico, presente in diverse migliaia di persone. Una serata veramente glamour in un Festival dai toni pacati che si è rivolto perlopiù al cinema non di cassetta, quello di nicchia, difficile da collocarsi nella grande distribuzione. E’ il caso di “Dalla vita in poi”, sempre fuori concorso, del regista Lazzotti, film delicatissimo sulla disabilità interpretato da una brava Cristina Capotondi e da Nicoletta Romanoff.
Protagonista della serata finale, un po’ carente nell’organizzazione a causa di inconvenienti del “bello della diretta”, il red carpet del Festival. Sul tappeto hanno sfilato attori, registi, autorità e la giuria di qualità. Purtroppo non si è potuto visionare per problemi nel montaggio, il prodotto dei giovani artisti della Scuola del Cinema di Napoli, un corto girato in contemporanea al Festival. Ad assisterli docenti e tutor professionali della Scuola.
“L’anno prossimo torneremo a Vico Equense sui temi dell’ambiente, se l’amministrazione ci darà un sostegno economico più consistente- ha concluso Nuzzo. “Questo Festival mette la città al centro dell’attenzione internazionale e rappresenta una grande opportunità in tutti i sensi. Il regista Lazzotti, ad esempio, si è innamorato del posto e già progetta di girarvi il suo prossimo film.”
Maria D’Ordia