Doveva essere una notte di festa dove la cultura si sarebbe illuminata, e invece si è trasformata in una delle giornate più buie della repubblica. Per questo il Ministro dei Beni Culturali Lorenzo Ornaghi ha sospeso “La notte dei musei”, prevista per il 19 maggio in segno di lutto per l’attentato dinamitardo verificatosi poco prima delle otto all’istituto professionale “Morvillo- Falcone” di Brindisi dove ha trovato la morte una ragazza di 16 anni, Melissa Bassi, e altri sette sono stati feriti. Sulle matrici dell’atto criminale c’è ancora prudenza da parte degli inquirenti anche se molte sono le “coincidenze”: la prossimità al ventesimo anniversario dell’attentato a Giovanni Falcone, l’arrivo della Carovana Antimafia e l’ondata di arresti che si è susseguita in questi giorni in Puglia; “coincidenze” che avvalorano, come prima ipotesi, la pista della criminalità organizzata. Sono stati in tanti a pronunciarsi in queste ore sul raccapricciante episodio: dal Presidente della Repubblica che invita “alla vigilanza e al contrasto di ogni focolaio di violenza eversiva” a Roberto Saviano che scrive su facebook “Brindisi. Molti concordi sulla sacra corona unita. Ciò che mi distrugge è che l’obiettivo fosse proprio la scuola. Penso a Melissa e ai feriti”; fino al Vaticano per cui questo “è un fatto assolutamente orribile e vile, tanto più degno di esecrazione in quanto avvenuto nei pressi di una scuola”. A manifestare il cordoglio per quello che si è verificato in Puglia ma che riguarda l’Italia intera è anche il MIBAC che dichiara: “con il sofferto silenzio dei luoghi della cultura si manifesterà, oltre che la condanna di ogni gesto di violenza, la sincera partecipazione al dolore della famiglia della vittima, di tutte le persone coinvolte nell’attentato, di tutta la città di Brindisi”. Le luci dei siti vesuviani, dalle terme suburbane di Pompei al padiglione della barca di Ercolano, rimarranno spente questa sera insieme a quelle dei poli museali di tutta la penisola. Perché di fronte al sonno della ragione non c’è cultura che tenga o umanità che possa festeggiare, non resta che chiudersi in un doloroso e muto rispetto di quella vita per sempre e vigliaccamente spenta.
Claudia Malafronte