Il Gazzettino vesuviano | IGV

Gragnano, ancora a rischio cantieri

Gragnano ed il suo commercio sono perennemente minati dall’insidia dei lavori pubblici. Pare che a rischiare sia nuovamente via Pasquale Nastro i cui commercianti, già lo scorso anno, dovettero fare i conti con le loro entrate mensili messe in ginocchio da lavori pubblici. Lavori all’impianto fognario e relativo manto stradale il cui termine fu più volte prorogato nonostante i dissensi dei negozianti. L’impianto fognario della strada in questione pare sia il più difficoltoso su cui lavorare, dato che si necessita di una seconda tornata di cantieri, quando la stessa strada non conta chissà quanti chilometri di lunghezza. Via Pasquale Nastro è una arteria del paese ed è una via “a senso unico”, impedirne il passaggio per mesi, ma anche per poche settimane, paralizza la circolazione regolare dei veicoli, costretti per pochi metri a fare il giro sul proprio veicolo dell’intero centro. Noncuranti delle perdite di tempo che si impiegano per roteare nel paese, fondamentale è lo spreco di carburanti in continuo aumento il che rappresenta l’ennesima stangata per una cittadinanza che nel 2012, nello specifico, necessita solo di punti fermi e di un po’ di stabilità, giacché politicamente è stata purtroppo abituata a giocare con l’equilibrio. Ma fondamentalmente, se dovesse esserci una chiusura di via Pasquale Nastro, a soffrirne e patirne le conseguenze peggiori sarà senza dubbio il settore del commercio la cui attività dei negozianti e susseguenti entrate sono già state decurtate dalla crisi che tra i suoi effetti conta negozi costretti a serrare i battenti, a chiudere. In altri casi, se tutto va bene, si conta un perfetto equilibrio tra entrate ed uscite. Non si può fare a meno di rivolgere uno sguardo ai drastici episodi verificatisi a pochi metri dal naso nostro, dove imprenditori hanno scelto di dire “addio” alla vita perché surclassati dai debiti. Lo scorso anno i suddetti lavori si prolungarono per oltre tre mesi, tra i dissensi, le lamentele e le tensioni dei negozianti sia della via chiusa al traffico che delle vie adiacenti. Interi esercizi passarono le giornate a guardarsi l’uno coll’altro sugli usci dei loro locali, al punto da presentare una petizione al Comune chiedendo la riduzione del pagamento delle tasse relative all’anno 2010/11 in particolare della TARSU, ICI, TOSAP ed addizionali comunali impossibili da versare a causa delle perdite subite. La volta scorsa, addirittura, si minacciò di voler prendere visione degli atti relativi all’appalto della società fornitrice dei lavori. Ad oggi si lamentano anche i residenti, già timorosi di quanto andrebbe a verificarsi. La triade che ci rappresenta, infatti, sta decidendo sul come gravare il meno possibile su commercio e interessi dei cittadini, anche sulla base dei disagi che la stessa iniziativa provocò pochi mesi fa. Gli stessi commercianti hanno proposto a chi di dovere del comune  che la strada possa essere chiusa al traffico nel mese di luglio, per poter così profittare dei mesi di ferie, dove le vendite son già meno proficue e lasciare “intonse” le strade a maggio e giugno lasciando che le vendite e le abitudini  di circolazione dei cittadini non subiscano ulteriori  svantaggi. Ed a poco serve ricordare che via P. Nastro è per gli autoctoni ricordata come via “a lamma ‘o viento”, dove nell’età dell’oro bianco, della pasta che è simbolo di questa terra, la strada era ed è attraversata sempre dalla folata di vento necessaria a far essiccare la pasta stesa nella vicina via Roma. Questa strada, e chi la vive, ci rimette sempre … al punto che per la chiusura della via dello scorso anno, la triste vicenda fu motivo goliardico per spingere i giovani gragnanesi a ridere delle loro disavventure, storpiando locuzione “lamma ‘o viento” per trasformarla in “chiappa al vento”, i ragazzi, infatti, accordatisi tramite il social facebook, diedero vita al primo “flash mob” di Gragnano e si ritrovarono nella via in questione rimanendo in slip, a testimoniare che è così che ci stanno lasciando, in mutande.

Anna Di Nola

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