Bagnoli, sede designata per ospitare un nuovo impianto di digestione anaerobica

L’amministrazione comunale di Napoli è intenzionata a realizzare un altro impianto di digestione anaerobica: impianto fondamentale per il trattamento biologico dei rifiuti. In tutto sono previsti tre impianti: nella periferia occidentale, a Scampia e a Napoli Est. Bagnoli è il luogo designato per ospitare l’impianto: “Stiamo portando avanti un lavoro importante da questo punto di vista, insieme con Bagnolifutura  –  spiega de Magistris  –  Realizzare questo tipo di impianto è una risposta definitiva a chi sostiene che Napoli dice solo dei no”. Il vicesindaco con delega all’Ambiente Tommaso Sodano assicura che “Bagnolifutura ha dato la sua disponibilita’” e aggiunge: “Solo la città di Napoli ha un potenziale di 150mila tonnellate annue di frazione umida. Abbiamo bisogno di almeno tre impianti e la nostra filosofia è di ridurre i trasferimenti fuori città. Quindi serve un impianto nella zona orientale, uno a nord e un altro nell’area occidentale. Dopo Scampia e la zona orientale, per la quale siamo in attesa che si definisca il quadro normativo per la disponibilità dell’area, riteniamo che a Bagnoli sia utile realizzare un digestore anaerobico, che ha un bassissimo impatto ambientale, non emana cattivi odori perchè opera in assenza di ossigeno ed è un impianto industriale che consente di trattare l’umido della città. Si prevede un tempo massimo di realizzazione del digestore anaerobico di massimo 24 mesi – ha specificato il vicesindaco – che comprendono circa sei mesi di iter burocratico e un anno per la realizzazione”. Per Palazzo San Giacomo dunque, impianto di smaltimento dei rifiuti e un futuro turisticoresidenziale per Bagnoli, non sono due ipotesi in contrasto, ma possibili. La situazione patrimoniale della società “era cadaverica  –  spiega il sindaco  –  Abbiamo utilizzato il defibrillatore per rimetterla in piedi”. A questo proposito non guasterebbero certo gli incentici CIP6 che sono previsti per l’impianto anaerobico. Il Comune è a lavoro anche per un altro obiettivo: cambiare il nome e la mission di Bagnolifutura che, ha spiegato de Magistris, “dovrà occuparsi anche di sviluppo”. Cosa che, significa, “rilancio del turismo a partire dalla restituzione della spiaggia ai bagnolesi”. L’idea è di cambiare entro l’estate lo statuto della società da società di trasformazione urbana (Stu) a società di sviluppo. Tra le novità anche l’idea di non trasferire più i materiali della colmata da Bagnoli a Piombino, risparmiando 15 milioni e “utilizzando quei sedimenti per la Darsena di Levante del porto” spiega il vice sindaco. In tempi brevi saranno aperte anche le opere realizzate, ma non ancora fruibili: a giugno la Porta del parco, a settembre il Turtle point, a dicembre, il Parco dello sport. Carlo Iannello, presidente della commissione urbanistica al Comune di Napoli, ha più volte espresso alla stampa e attraverso il suo blog in internet, il suo punto di vista:  “A parte ogni questione di merito, dico solo che : il piano esecutivo non prevede tali impianti: salvo successivi approfondimenti, direi che nemmeno la variante per l’area occidentale premette questo. Quindi sarebbe necessario modificare le norme urbanistiche”. Il presidente Iannello, professore universitario di diritto dell’ambiente e diritto pubblico, dal curriculum onesto e di spessore, si chiede anche: “A Napoli est l’inceneritore non ci può andare perché siamo contro gli inceneritori… ma un impianto di compostaggio o un impianto anaerobico? Perché questo sì?”.

Mario De Angelis

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