“Cacerolazo” e assemblee pubbliche, altre iniziative contro Equitalia da parte dei cittadini napoletani

A Napoli non si è fermata la campagna contro Equitalia: dopo i disordini (e le sette denunce) alla sede distaccata di Corso Meridionale, in settimana si sono susseguite altre due iniziative. Un “cacerolazo”, ovvero un corteo con mestoli, pentole e padelle è partito da Largo Ponte di Tappia per recarsi davanti al palazzo della Direzione Sud di Equitalia in Via Bracco. Circa un centinaio di persone della rete dei movimenti napoletani contro Equitalia, provenienti per lo più dai centri sociali e dai comitati di quartiere, ha dato vita alla protesta che ricorda il periodo della crisi argentina di qualche anno fa. Accompagnato dall’assordante rumore di pentole e casseruole, i manifestanti si sono disposti davanti ai cancelli della sede centrale di Equitalia Sud: la polizia non era presente sul posto e non si sono verificati momenti di tensione. Il “cacerolazo” è proseguito per alcune ore, ci sono stati diversi interventi al megafono di attivisti e di cittadini che hanno portato le loro cartelle esattoriali. Numerosi anche gli interventi in solidarietà agli attivisti italiani fermati a Francoforte dalla polizia tedesca mentre manifestavano contro la BCE. Nella giornata di venerdi invece almeno 300 persone hanno partecipato all’assemblea pubblica che si è tenuta presso la direzione napoletana di Equitalia. Testimonianze di vita vissuta di chi ha subìto i meccanismi vessatori del modo di funzionare dell’agenzia: testimonianze che hanno riguardato soprattutto  il fatto che si tenda ad avvisare le persone alla scadenza dei cinque anni di prescrizione per far decollare al massimo il pagamento.  Storie di vita come quella di una dipendente della pubblica amministrazione che, per una multa sull’assicurazione del veicolo non pagata in tempo, ha oggi a che fare con una cartella esattoriale di 4200 euro. Pensionati e disoccupati uniti da autentica ansia e preoccupazione ma ormai anche dalla convinzione che “contestare è meglio che disperare”. Questa rete  “non fa la guerra alle tasse genericamente, ma pone la questione dei meccanismi usurai contro la povera gente, contro i lavoratori dipendenti, i precari, i disoccupati, i lavoratori autonomi. Perchè la natura privatistica dell’agenzia le garantisce un guadagno percentuale sulle somme riscosse. Perciò finisce per diventare un assedio proprio a chi ha meno risorse per difendersi” – queste le parole di alcuni manifestanti. Come si legge nei volantini diffusi, l’eterogeneo movimento cittadino chiede: la sospensione della riscossione dei tributi per le fasce sociali deboli, una vera lotta ai grandi evasori fiscali, la chiusura di Equitalia ed il ritorno all’internalizzazione della riscossione fiscale senza società per azioni come Equitalia, l’introduzione di una tassa patrimoniale sui grandi capitali per garantire le politiche del welfare e dell’occupazione, la fine del metodo di riscossione coatta dei tributi (pignoramenti degli stipendi, vendita coatta delle abitazioni e dei beni immobili, ecc.), la cancellazione dei diritti di agio e di interesse maturati da Equitalia sulle cartelle esattoriali.

Mario De Angelis

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