“Ciò che ho visto nell’area archeologica di Varano, che dovrebbe essere tutelata da un vincolo di inedificabilità assoluta e che, invece, è massacrata da decine e decine di costruzioni abusive di tutti i tipi, è una cosa inaccettabile. Mi domando: le Soprintendenze e i Soprintendenti, vecchi e nuovi, che cosa hanno fatto in tutti questi anni? Di che cosa si sono occupati? E, allo stesso modo, le precedenti Amministrazioni perché hanno dormito invece di preoccuparsi di abbattere i manufatti abusivi, una ventina dei quali di grandi dimensioni, ripristinando così lo stato dei luoghi?”
Lo ha detto il sindaco di Castellammare di Stabia, Luigi Bobbio, a margine della visita presso gli Scavi di Stabiae organizzata, nella giornata di domenica, dai giovani del circolo di Legambiente Castellammare-Gragnano nell’ambito delle domeniche «SalvArte».
“Lo stato di abbandono di questo sito è devastante. Non lo dico per polemica, ma è una semplice constatazione di un fatto. La mia Amministrazione sta lavorando tantissimo su quest’aspetto e lo sta facendo da due anni, ormai, perché non si tratta di procedure semplici da predisporre, ma ormai ci siamo. Denuncerò tutti quelli che hanno consentito, con la loro inerzia, che questo sito meraviglioso si riducesse in queste condizioni. Un sito abbandonato a se stesso, dove i visitatori non sanno dove andare, stretti nella morsa delle costruzioni abusive che spuntano ovunque”, ha aggiunto Bobbio, specificando i numeri dell’emergenza cemento selvaggio nella «zona rossa». Gli abusi sono circa centotrenta, venti dei quali di grosse dimensioni. Per la gran parte di essi (92 circa) è possibile procedere immediatamente all’abbattimento e al ripristino dei luoghi. Per gli altri stiamo completando rapidamente le procedure amministrative per giungere allo stesso risultato. Per altri cinquanta abusi, è possibile, inoltre, acquisire le aree di sedime.
“La mia presenza agli Scavi serve non solo a dare atto ai ragazzi di Legambiente dell’ottimo lavoro svolto, ma anche a stroncare sul nascere i tentativi di minacce rivolte loro da un parcheggiatore abusivo, che è stato identificato e denunciato all’autorità giudiziaria. È fondamentale tuttavia che l’impegno dei volontari non continui a essere l’alibi per l’assenza delle Istituzioni. E che di assenza totale si sia trattato, da anni, è dimostrato dalla situazione che ho trovato all’atto del mio insediamento, ormai ben due anni fa. Un degrado diffuso, un vero e proprio saccheggio dell’abusivismo, disordine e connivenze dell’Ente locale. Un vero e proprio disastro gestionale per rimettere ordine nel quale ai miei uffici sono occorsi quasi due anni. Come ho detto, adesso finalmente siamo pronti, la situazione ci è chiara, i percorsi amministrativi sono inquadrati e definiti e, per la cosiddetta «zona rossa» di Varano, ossia quella che si affaccia sulla città di Castellammare e dove si trovano le ville romane, l’ora «x» del pieno ritorno alla legalità sta per scoccare. Non guarderemo in faccia a nessuno perché, su questo bene inestimabile e sul suo immediato rilancio, si gioca una buona parte del futuro della nostra città. Mi aspetto che le altre Istituzioni, e in particolare la Soprintendenza di Pompei, tornino a svolgere presto e bene il loro ruolo”, ha specificato il primo cittadino.
“Fra le prime immediate criticità che si rilevano negli Scavi vi è la mancanza di personale, la mancanza di una vera gestione in chiave turistica, la disorganizzazione del sito, la totale mancanza di rapporti chiari e definiti con i titolari delle aree agricole insistenti su di esso, la mancanza di una seria campagna di scavi e di progettualità. Ormai due anni fa, stipulai un protocollo d’intesa con l’allora commissario Fiori, tuttora assolutamente valido, che conteneva ben chiare e definite le iniziative che si assumeva la Soprintendenza. Malgrado i solleciti, mentre il Comune di Castellammare di Stabia, non appena votato il bilancio, è pronto a fare la sua parte, dalla Soprintendenza non viene battuto nemmeno il classico colpo. Tutto il degrado, peraltro, non può essere certo riversato sui pochi dipendenti assegnati al sito archeologico, sarebbe troppo comodo. Ben altri avrebbero dovuto essere i livelli decisionali attivi”.
“Ben diversa sorte dovrà invece essere riservata alla situazione oggi esistente nella cosiddetta «zona gialla», in ordine alla quale stiamo studiando in maniera serie iniziative amministrative e procedimentali tali da consentire di verificare in concreto l’esistenza o meno del bene astrattamente protetto. I resti di Stabiae sono un asset turistico fondamentale per la città che dev’essere adeguatamente valorizzato per il rilancio turistico di Castellammare”.
Per il primo cittadino, “è arrivato il momento di scavare, di portare tutto alla luce e mettere tutto in sicurezza”, rendere insomma “questo sito quello che realmente è, cioè il più bello di tutte le aree di interesse storico-archeologico della nostra zona”.