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Pompei, lo scempio degli scavi arriva sulle pagine de ‘Le Monde’: “Silenzio, Pompei si spegne”

‘Silenzio, Pompei si spegne’: e’ il titolo del quotidiano Le Monde che dedica tre pagine dell’inserto ‘Cultura e idee’ a un reportage del corrispondente a Roma, Philippe Ridet, su ”uno dei piu’ prestigiosi siti archeologici del modo” che ”cade in rovina e crolla”. E ancora: ”Mancanza di finanziamenti, lentezza dell’amministrazione, corruzione, disattenzione di chi deve decidere: Pompeie’ il simbolo di un’Italia stanca”. Il giornalista, durante la sua visita a Pompei, rileva la presenza di almeno una cinquantina di cani randagi che si sono appropriati del sito: ”Nessuno ha pensato di cacciarli – scrive Ridet – Si e’ preferito mettere un collare e costruire delle cucce spendendo 130.000 euro. Alcuni cartelli scritti in inglese e in italiano ricordano ai visitatori che e’ ‘vietato’ avvicinarsi ai cani”. E conclude: ”Il problema (di Pompei, ndr.) e’ vecchio come il sud dell’Italia. I grandi lavori fanno guadagnare piu’ dei piccoli. A chi? Alla Mafia che controlla un gran numero di imprese. Restaurare una colonna per la criminalita’ organizzata e’ a livello finanziario meno vantaggioso che costruire un nuovo spogliatoio per i guardiani”. Tra le testimonianze citate dal giornale quella di Antonio Irlando, architetto e responsabile dell’Ong Osservatorio del patrimonio culturale, per il quale ”Pompei e’ in pericolo di morte”, e quella dello storico dell’arte, Philippe Daverio, che sottolinea che ”il paese non ha i mezzi finanziari e umani per conservare il suo patrimonio. La cosa piu’ saggia da fare sarebbe affidare la gestione del sito a quattro o cinque grandi universita’ mondiali coordinate da un alto commissario”.

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