La questione amianto continua a tenere banco negli Scavi di Pompei. Dopo la notifica dell’informazione di garanzia alla Soprintendente pro- tempore Teresa Elena Cinquantaquattro, altre voci si aggiungono sullo scottante argomento. A prendere la parola è il Senatore dell’ IdV Aniello Di Nardo, componente della commissione agricoltura, che lancia un appello per risolvere la questione irrisolta della collocazione dei lavoratori. Secondo il politico campano, infatti, gli uffici della SANP sotto la lente degli inquirenti potrebbero essere trasferiti nella Reggia di Quisisana a Castellammare di Stabia. Si tratta di spostare un centinaio di dipendenti che ogni giorno si recano nei locali di Porta Marina Superiore su cui la magistratura sta indagando per la denunciata presenza di amianto. L’inchiesta è partita nell’autunno scorso dopo le segnalazioni del “Mattino” sul moltiplicarsi dei casi di tumore dei lavoratori collocati nel prefabbricato degli anni ottanta. Per questo, il politico campano, già promotore di iniziative sui Beni Culturali, ha chiesto il trasloco ad horas nella città delle acque di uffici e dipendenti. Lo stesso Di Nardo, inoltre, ha annunciato una interrogazione parlamentare rivolta al vertice del MIBAC Lorenzo Ornaghi affinchè vengano adottati provvedimenti a tutela dell’immane patrimonio archeologico vesuviano che rappresenta anche una risorsa economica e turistica. Il palazzo reale realizzato dai Borbone nel bosco di Quisisana ai piedi del Faito sarebbe un’ideale alternativa, secondo il Senatore IdV, all’attuale dislocazione degli uffici. “La Reggia recentemente restaurata” conclude Di Nardo “rappresenterebbe una sede autorevole e funzionale degli uffici della Soprintendenza in grado anche di ospitare un museo archeologico di alto prestigio”. Questa, dunque, la proposta del politico campano che mira valorizzare il sito stabiese già candidato, invano, ad ospitare una Scuola di Restauro e attualmente utilizzato come location per cerimonie eleganti. L’appello del Senatore, quindi, potrebbe salvare non solo i dipendenti e gli uffici, se le ipotesi investigative si rivelassero esatte, ma anche il palazzo reale, relegato ad un ruolo minore rispetto a quello che potrebbe svolgere nel nostro panorama artistico e culturale.
Claudia Malafronte