Terme di Stabia: c’è il Piano industriale da 18 milioni di euro. L’Asl assicura una ‘boccata d’ossigeno’

Vertenza Terme di Stabia: dalla cabina di regia regionale nuove rassicurazioni per lo stanziamento dei fondi da parte dell’Asl Na3 Sud, pari a circa 850mila euro. Si tratta di crediti maturati per prestazioni sanitarie già effettuate dalla società partecipata stabiese, mentre restano in dubbio gli ulteriori 900mila euro di crediti riguardanti prestazioni effettuate nonostante lo sforamento del «tetto» imposto dall’Asl negli anni scorsi. Nessun commento al momento, per quanto riguarda i sindacati. L’amministratore unico di Terme Francescopaolo Ventriglia ha toccato anche il tema del Piano Industriale, la cui presentazione ufficiale è slittata al 6 giugno. Secondo le ultime indiscrezioni il Piano, che è stato elaborato da Ventriglia e dall’amministratore unico di Sint (la società che detiene il patrimonio immobiliare di Terme) Norberto Salza, prevede l’attivazione di risorse finanziarie per 18 milioni euro tra pubblico e privato, ed è stato già illustrato nei giorni scorsi a diversi istituti bancari e a rappresentanti delle istituzioni a livello nazionale. Le linee di intervento, di cui si è discusso molto a partire dall’inizio del 2012, riguardano: la riqualifica del personale; le agevolazioni finanziarie per ristrutturare il debito con relativo rilancio del sistema fornitori; il potenziamento della capacità di offerta dei servizi; gli interventi infrastrutturali per la messa in sicurezza del complesso termale; attività di ricerca e sviluppo. Per il personale è previsto 1 milione di euro provenienti dalla Regione; per le agevolazioni finanziarie, invece, si punta a una concessione a ventennale dei beni di Sint (Hotel delle Terme). Potenziamento dei servizi e ricerca sono invece suddivisi in: piscine; settore Fkt; centro congressi, centro benessere, apertura delle Antiche Terme, centro di ricerca «Laboratorio delle Acque» e parco ambientale per un totale di 9,2 milioni di euro da reperire tramite Comune, Regione, finanziamenti delle banche, privati, ministero dell’Università e della Ricerca e ministero dell’Ambiente. 4,6 milioni di euro provenienti da privati e quindi dalla locazione di aree commerciali serviranno invece per la messa in sicurezza del complesso termale. Un piano di rilancio, insomma, per risollevare le Terme dal baratro in cui sono finite negli ultimi anni, attuabile però solo dopo la ricapitalizzazione della società da parte del consiglio comunale stabiese. Ieri sulla questione è intervenuta Antonella Giglio, componente del comitato centrale de «La Destra»: «L’industria termale è un asset sottosviluppato nelle economie locali. Castellammare ha risorse straordinarie che devono essere messe a sistema con adeguati snodi di trasporto e con programmi di valorizzazione territoriale di respiro nazionale e internazionale».

Francesco Ferrigno

 

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