«C’è bisogno di continuità nell’azione strategico-aziendale di Terme di Stabia». È il commento, pervenuto nella giornata di ieri, del gruppo consiliare di maggioranza «Insieme per Castellammare» composto da Michele Costagliola e Massimo De Iuilio. I due consiglieri comunali si accodano ai pareri negativi sul nuovo probabile e imminente stravolgimento dei vertici delle società partecipate Terme di Stabia e Sint (l’azienda che detiene il patrimonio immobiliare termale) già espressi nella settimana appena trascorsa dalla Filcams-Cgil con Filippo Criscuolo e dal Popolo della Libertà con Carlo Carrillo. Attualmente a capo delle partecipare ci sono due amministratori unici, Francescopaolo Ventriglia (Terme) e Norberto Salza (Sint), e un direttore generale per Terme, Carlo Trevisan. L’unico «reduce» dei cambiamenti dovrebbe essere il solo Ventriglia, che sarà però affiancato da un consiglio d’amministrazione di cui sarà presidente. Salza (che avrebbe in mente da tempo di lasciare la guida di Sint) e Trevisan verrebbero sostituiti da manager scelti dai partiti con i quali l’amministrazione comunale ha bisogno di distendere i rapporti. La polemica si è quindi scatenata per diversi motivi. Quello principale risiede nel fatto che gli attuali dirigenti stanno finalmente per presentare, il 6 giugno prossimo, un Piano Industriale per il rilancio dello stabilimento, frutto di concertazioni a più livelli che sono andate avanti per mesi. A seguire il progetto di risanamento dovrebbero essere quindi persone scaturite da spartizioni politiche del potere. E’ un cane, però, che si morde la coda. Il Piano, per partire, ha infatti bisogno dell’approvazione in consiglio comunale della ricapitalizzazione di Terme: un voto rimandato a lungo e che potrà concretizzarsi solo dopo le spartizioni di cui sopra. «Un cda potrebbe solo rallentare l’agilità dell’eccellente azione amministrativa – ha detto Carrillo del PdL – e perciò non condivido il percorso che tutta la maggioranza ha approvato rispetto alla necessità di nominare due cda in quanto il lavoro dei due amministratori in carica è di alto profilo. Sarebbe il caso di lasciare le cose come stanno, almeno per quanto attiene questi due casi di partecipate di tipo strategico per la città». «Una così netta posizione del PdL ci tranquillizza – hanno fatto sapere i consiglieri di ‘Insieme per Castellammare’ – rispetto soprattutto alle voci insistenti che da tempo circolano, che danno per imminente la sostituzione dei dirigenti, che da tempo lavorano al piano di risanamento e rilancio. Un loro allontanamento potrebbe rappresentare solo un danno attesi i tempi ristretti per le contingenti difficoltà societarie. Sottoponiamo perciò questa iniziativa all’intera maggioranza che sostiene il sindaco Luigi Bobbio». Tra le organizzazioni sindacali, a ragionare sul caso è stata la Cgil. «Vanno bene le boccate d’ossigeno come i fondi in arrivo dall’Asl e i piani a medio e lungo termine, ma l’azienda necessita soprattutto di programmi da attuare subito. Una nuova nomina a dg – ha spiegato Criscuolo – significherebbe il terzo direttore dall’insediamento di Bobbio in Comune. Quindi bisogna sempre tenere a mente che i manager passano, ma i lavoratori restano. Ed è a questi ultimi che la politica chiede sacrifici per poi nominare costosi cda. Nuovi dirigenti che dovranno addentrarsi in questioni complicate mentre il fatturato cala e le spese mensili oscillano tra i 300mila e i 500mila euro. – ha concluso Criscuolo – Non possiamo più permetterci periodi di immobilismo».
Francesco Ferrigno