Napoli: presentato il volume “Il colore dell’inferno” di Antonio del Monaco

Un luogo del culto, dei più storici ed importanti che la città partenopea vanta, ha accolto la presentazione del volume del Colonnello Antonio del Monaco, “Il colore dell’inferno”.

Nella Basilica Maggiore di San Domenico Maggiore, la partecipazione all’evento è stata unanime  onorando così l’apprezzamento e la stima per lo scrittore da parte di tanti, ma principalmente raccogliendo il grido di speranza lanciato anche attraverso l’opera scritta e presentata da quella persona di grande umiltà, signorilità, fede ed aspirazione in un mondo migliore per il quale si prodiga con tutte le sue forze cercando di unirne sempre più, attraverso contatti ed amicizie, le persone che come lui aspirano al bene comune dell’umanità. La presenza di tanta gente, accorsa a San Domenico Maggiore, e soprattutto di tante autorità, di tanti settori della vita sociale, rappresenta un valore importantissimo perchè evidenzia la volontà di tutti di affrontare decisamente e risolvere, il più possibile, il problema della legalità e della sicurezza unitamente al senso di solidarietà che automaticamente scaturisce da queste volontà comuni che affratellano tutti. Decisi e concreti gli interventi che si sono succeduti, da quello dell’Assessore Regionale all’Istruzione e Edilizia scolastica, Promozione Culturale, Musei e Biblioteche Caterina Miraglia, del Procuratore Generale Militare della Repubblica Antonio Sabino, del Sostituto Procuratore della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli Giovanni Conzo, del Presidente dei Giovani Imprenditori dell’Unione Industriale della Provincia di Napoli Vincenzo Caputo, di Don Roberto Comone e di Don Luigi Merola, moderati dalla giornalista Matilde Andolfo fondatore, insieme a Merola, della Fondazione “a voce d’ e creature”. Numerosi anche i riconoscimenti, con la consegna di targhe ai familiari delle vittime della camorra, che presenti nonostante il grande dolore che li affligge, hanno avuto il coraggio, la necessità spirituale e l’impegno di riaffrontare la vita per combattere tutti insieme il cancro della criminalità. Nel corso della cerimonia, sono stati letti dalla poetessa Angela Chiosi alcuni brani del libro, che vedrà devoluti gli interi incassi delle vendite alla fondazione di Don Merola, e che desta una suspance di conoscerne i contenuti sin dall’inizio con le parole di Osho riportate: ”Le persone sono tristi vogliono essere amate ma non sanno amare. L’amore non è un monologo, ma un dialogo pieno di armonia”.Il libro di del Monaco, oltre a mettere in evidenza i personaggi vittime, ha il pregio di catalogare questa forma di crudeltà che va al di fuori del semplice alibi della cocaina e della droga e si parla di sclerocardia. L’indurimento del cuore, dei sentimenti che porta il cervello a sragionare e trasformare l’uomo in un carnefice di se stesso. L’opera è fatta di racconti ed incontri emozionali con uomini e donne protagonisti loro malgrado di episodi dolorosi che hanno caratterizzato la loro vita. La strada della legalità, è il filo conduttore del messaggio educativo per le nuove generazioni, ma anche segnale forte di speranza per quanti hanno vissuto e vivono di perenne sclerocardia emozionale, affinchè attraverso la lettura di questo testo possano trovare la chiave giusta per un cambiamento radicale della loro esistenza. Restituire senso all’esistere, attraverso parole ed incontri affettivi, ristabilire una quiete dopo un tempestoso e drammatico evento…non ne determina i confini, ma ne testimonia la costante presenza, attraverso uno spazio di riflessione più attento ed adeguato al tutto. Questo elemento di “spazio” come risorsa e di “camorra come patologia”, rispetta una prospettiva di ampia e preziosa sollecitazione al “dono di speranza” e di “divenire altro” come “sorgente educativa” in cui noi “attori sociali” possiamo ottimizzare la nostra capacità di differenziare immagini ed ambivalenze oscure. La cura dunque diventa elemento importante di riflessione contro la patologica attrazione verso l’illegalità che può essere sconfitta solo se si avrà la capacità di comprendere sino in fondo”il colore dell’inferno” in cui si è precipitati, solo così si avrà la forza ed il coraggio di risalire un bel tuffo emozionale di fiducia e speranza da non perdere assolutamente. Ma qual’è il colore dell’inferno? Lo scopriremo con una attenta lettura del libro che dalla prima pagina è una successione di interessi per il lettore che inserito nel tessuto sociale vive i tanti momenti raccontasti da del Monaco e siamo certi cerca di scoprire come combatterli con quelle pagine che sono testimonianze di vita ed impegno dello scrittore a raggiungere con tutti gli obiettivi di vita che sono il suo scopo di esistenza. Perchè Antonio del Monaco intende promuovere, attraverso la promozione della formazione e della cultura, il valore della legalità. Armonia e formazione per i giovani che dovranno diventare protagonisti del teatro presente e futuro della nostra società.

A caldo, subito dopo il gran successo registrato con la manifestazione di presentazione del libro, ci ha fatto veramente piacere avvicinare l’autore che ci ha concesso una intervista rispondendo dapprima alle motivazioni che lo hanno spinto a scriverlo, la gioia provata per l’interesse di tanta gente accorsa e gli obiettivi che si pone per il futuro attraverso questo volume.

Antonio del Monaco ha risposto:”I motivi sono un po di natura personale ed un po anche perchè ho avuto la forza e l’onore di assorbire il dolore di tante vittime innocenti. Il motivo personale è, lo dico con orgoglio, che sono riuscito grazie alla mia motivazione nel credere alla sorgente educativa, di togliere delle braccia alla camorra, perchè io penso che anche laddove vediamo una bestia, questa si possa trasformare. Io credo molto nella rieducazione, credo molto nella rimotivazione delle persone che possano cambiare rotta ed andare verso il mare della legalità allontanandosi dalla  devianza.

Quindi cosa pensa che possa maturare in chi legge questo libro?

“Io nelle ultime pagine, – continua A. del  Monaco – do quasi la terapia, soprattutto a svegliarsi perchè ci sono persone che nascono dormendo, vivono dormendo e muoiono dormendo. Svegliatevi! Svegliamoci ed allontaniamoci da questa eutanasia delle coscienze e cerchiamo di appropriarci della nostra centralità umana laddove veramente mettiamo al centro i valori e laddove in maniera sinergica si può costruire questo cemento dell’educatività, costituto da una rete tra scuola, famiglia e istituzioni, affinchè soltanto guardando verso le stesse direzioni verso lo stesso colore ci possiamo allontanare dal colore dell’Inferno”.

Giuseppe De Girolamo

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