Sant’Anastasia: la città di domani vista con gli occhi dei ragazzi di scuola media

Seconda giornata in aula svolta nei giorni scorsi con l’urbanista Giuseppe Guida e la psicologa di comunità Francesca Scafuto per parlare di pianificazione partecipata. Cinque classi (1A, 1C, 1D, IIA, IIB) del 4° Istituto Comprensivo di via Rosanea, diretto dalla prof Angela De Falco, prima e seconda media, hanno esposto il loro lavoro su” Il mio paese tra Storia e Arte” nella sede distaccata dell’istituto padre Gregorio Rocco. I pannelli fanno bella mostra e ciascuno allievo espone con disegni, foto e collage un pezzettino della ricchezza di Sant’Anastasia: le masserie, i prodotti tipici vesuviani (pomodorini e albicocche); palazzi storici (quello appartenuto a Nicola Amore, il sindaco napoletano del Risanamento; palazzo Siano; Villa Tortora Brayda con il Boschetto, ecc), Chiese (il Santuario e la narrazione dei miracoli che hanno reso famosa la Madonna dell’Arco); il turismo religioso e le bellezze ambientali del Parco del Vesuvio. Ma anche “Come vorrei che fosse Sant’Anastasia”, un vero e proprio «manifesto urbanistico» nato dall’idea di un’alunna di prima media, Rossella Piscopo, che i ragazzi hanno trascritto come un sogno. «Oggi ho chiuso gli occhi per un attimo…. vado sulle piste ciclabili. Il sindaco, quando ha progettato il nuovo piano urbanistico , ha pensato anche ai giovani che vanno in bici. Giungo -continua la narrazione- all’incrocio con via Arco, e vedo una rotonda piena di fiori colorati. Che allegria!!Da qui mi sposto correndo in piazza Madonna dell’Arco, (..) ben curata, costeggiata da marciapiedi spaziosi che permettono sicure passeggiate». L’esposizione è dettagliata: «… Questo paese non resta mai deserto, anche in estate. Le strade pullulano di gente che si reca nelle meravigliose piscine pubbliche, intorno alle quali è stato ricreato il tema della spiaggia e del divertimento per tutti -continua il sogno-. Per non parlare dei sentieri freschi, salubri e ombrosi, realizzati nel Parco Nazionale del Vesuvio. Pedalando, pedalando, arrivo nella zona periferica, anch’essa ben curata e non priva di ogni servizio. Il mio sguardo, in particolare, è attratto dai bellissimi edifici scolastici, pieni di spazio, circondati da tanti fiori e piante di ogni genere. Insomma, moderne cittadelle scolastiche che i giovani frequentano con maggiore gioia e serenità». E ancora: «Durante il percorso noto con piacere, attraverso le indicazioni che incontro, le tante attività che svolgono i cittadini. C’è di tutto e, soprattutto, lavoro per tutti! Dall’agricoltura all’artigianato, alle aziende che si occupano di prodotti tipici del territorio. Non manca proprio niente. E’ una gioia vivere in questo paese, è tutto ciò che ogni cittadino possa desiderare». Il lavoro fatto dagli alunni sotto la guida dei loro insegnanti (Vincenzo Di Tuoro, Antonietta Marciano, Luisa Annunziata, Francesco Ambrosino, Doriana Miranda, Vincenzo D’Angelo, Luigi Saviano, Maria De Martino e Filomena Cennamo) ha spiazzato i due professionisti coordinatori del piano di urbanistica partecipata.  «Ci siamo resi conto che un lavoro grosso l’avete già fatto -ha preso atto la psicologa Francesca Scafuto-. Vorrei innanzitutto ringraziarvi perché ci avete fatto partecipare..al vostro sogno. Il lavoro è stato ben organizzato, avete ripercorso la storia di Sant’Anastasia parlando delle risorse del vostro paese sia dal punto di vista descrittivo che da quello creativo. Poi avete preparato il decalogo delle vostre proposte sotto forma di un sogno, di un racconto. Forse è il caso di raccogliere tutte queste idee per progettare insieme la Sant’Anastasia del futuro». Il sindaco Carmine Esposito ha poi lanciato l’idea di trasformare l’esposizione organizzata dagli studenti in una mostra a palazzo. «La cosa che mi ha colpito questa mattina -ha commentato il primo cittadino a conclusione della mattinata- e, dovete continuare ad essere così, è che abbiate parlato in positivo del paese». Non è scontato in tempi di crisi. «In questo momento, e non solo a Sant’Anastasia, stanno tutti a lamentarsi. Di sera, quando accendete la televisione, vi viene l’ansia e andate a dormire depressi». Ma ritornando alla nostra comunità, ha proseguito Esposito, «indipendentemente dalle cose che devono cambiare, dobbiamo credere nel posto in cui viviamo. Voi ci aiutate, perchè a differenza degli adulti, avete la capacità di sognare». La dirigente De Falco ha infine stigmatizzato che solo la cultura è il passaporto per il futuro.

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