L’intera costa porticese è balneabile. I dati diffusi dall’Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale Campana (ARPAC) risultano positivi per le acque porticesi, che hanno superato le quattro verifiche previste. Oltre alla spiaggia delle Mortelle, che ha superato la prova balneabilità già nella scorsa estate, anche le acque dell’ex bagno Rex e della spiaggia lato Villa d’Elboeuf hanno ricevuto l’ok dall’agenzia che si occupa dell’inquinamento delle coste campane. Ad annunciarlo è stato il primo cittadino Vincenzo Cuomo in una conferenza stampa, che ha reso noto le decisioni dell’ARPAC alla presenza dell’assessore all’ambiente, Franco Santomartino, all’assessore ai lavori pubblici Rosario Frosina, al presidente del Consiglio di Amministrazione e all’amministratore delegato della GORI, Maurizio Bruni e Giovanni Marati ed al presidente di Legambiente Michele Buonomo. “Annuncio con immenso piacere che l’intero tratto costiero di Portici è balneabile – commenta il sindaco Vincenzo Cuomo -. Anche l’ex bagno Rex e la spiaggia di villa d’Elboeuf, oltre quella delle Mortelle, sono state restituite alla città. Un ottimo risultato raggiunto in questi anni grazie ai lavori invisibili effettuati nel sottosuolo. L’intervento fognario è iniziato anni fa con il collettore che raccoglie gli scarichi fognari evitando che finiscano nelle acque marine. I primi risultati positivi si sono avuti già nella scorsa estate – continua il numero uno di palazzo Campitelli – con la balneabilità concessa alle acque della spiaggia delle Mortelle, mentre le altre due spiagge superarono tre prove su quattro, andando vicinissime all’ok dell’agenzia regionale preposta alle verifiche”.
Il risultato. La fascia costiera che va da San Giovanni a Teduccio a Torre Annunziata ha ottenuto risultati pessimi. Su diciannove spiagge, infatti, sono state dichiarate balneabili soltanto le tre porticesi (insieme a quella di via Calastro di Torre del Greco n.d.r.). Un risultato quello ottenuto nella città della Reggia che, secondo gli amministratori porticesi, è frutto del lavoro svolto in questi anni nel sistema fognario con il collettore che avrebbe dato una grossa mano per la pulizia delle acque. Fatto sta che solo le spiagge
porticesi – nella fascia che va da San Giovanni a Torre Annunziata – hanno superato le quattro prove previste dall’ARPAC. I criteri di valutazione adottati dall’agenzia regionale sono stati ridotti a due, rispetto ai nove degli scorsi anni. Infatti, la valutazione si basa solo sulla presenza nelle acque dei batteri dell’Escherichia coli ed Enterococchi intestinali. Nei campioni d’acqua sotto esame, i primi non devono superare le 500 unità in 100 ml d’acqua, mentre i secondi devono essere inferiori alle 200 unità in 100 ml d’acqua. Tali parametri sono stati considerati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità indicatori di contaminazione fecale più specifici rispetto a quelli ricercati negli anni precedenti.
L’ARPAC. L’Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale della Campania sviluppa attività di monitoraggio, prevenzione e controllo orientate a tutelare la qualità del territorio e favorire il superamento delle molteplici criticità ambientali della Campania. A questa agenzia sono affidati i controlli delle coste della regione Campania, che con prelievi e controlli stabilisce se le acque esaminate sono accessibili ai bagnanti o meno. Tuttavia il lavoro dell’agenzia è stato più volte oggetto di discussione. Nel 2009 l’ARPAC finì al centro di un ciclone giudiziario dove furono indagate 63 persone, fu emessa una ordinanza di custodia cautelare e 18 divieti di dimora. Agli arresti domiciliari finì l’ex direttore generale dell’ARPAC, Luciano Capobianco,mentre per tre dirigenti dell’agenzia regionale furono emessi divieti di dimora nella regione Campania. Le accuse contestate agli esponenti dell’ente per la protezione ambientale e agli altri indagati furono di associazione a delinquere finalizzata alla truffa, al falso, all’abuso di ufficio, alla turbativa d’asta e alla concussione. Inoltre gli inquirenti puntarono i riflettori su presunte assunzioni pilotate, scoprendo un file nel Pc dell’ex direttore generale dell’ARPAC, Capobianco, contenente 655 nominativi di cui la maggior parte erano accompagnati dalla segnalazione di un esponente politico. Nel 2010 un nuovo terremoto giudiziario travolge l’ARPAC. Per i pm della Procura di Torre Annunziata, infatti, i giudizi di balneabilità espressi nel 2009 dall’agenzia regionale per le acque di Sorrento, Massa Lubrense, Vico Equense, Punta Campanella, Capri, Ischia e Castellammare di Stabia sarebbero stati “taroccati”. Sempre secondo i magistrati della Procura di Torre Annunziata, gli orari dei verbali di campionamento delle acque marine sarebbero incompatibili con gli orari di entrata e di uscita registrati sulle schede dei battelli impiegati nei prelievi. Inoltre, anche i tempi di navigazione necessari per raggiungere le località riportate sui rapporti sarebbero contraddittori. A finire nel registro
degli indagati furono 14 esperti dell’ARPAC, mentre i prelievi “taroccati” sarebbero – secondo gli inquirenti – ben 161, tutti effettuati nelle acque della penisola sorrentina, Capri e Ischia.
Andrea Scala