Scavi di Pompei: il primo giugno mobilitazione per i lavoratori MIBAC

“I beni culturali salvano l’Italia, salviamo i beni culturali” con questo slogan si può sintetizzare la giornata di mobilitazione in difesa del salario e dei diritti dei lavoratori del MIBAC. Il primo giugno, quindi, dopo il rinvio dovuto alle tragedie di Brindisi e dell’Emilia, CGIL- CISL e UIL della Soprintendenza Archeologica di Pompei hanno organizzato un’assemblea sindacale dalle 8.30 alle 10.30, a sostegno dell’evento nazionale indetto dai coordinatori generali Claudio Calcara per la CISL, Enzo Feliciani UIL, Claudio Meloni CGIL. Tale settore, del resto, potrebbe costituire un vero e proprio volano per la crescita del nostro paese in un momento di forte crisi, nonostante i tagli massacranti cui è stato sottoposto. A sottolineare questo delicato passaggio è proprio l’architetto Claudio Calcara, coordinatore nazionale della CISL Beni Culturali, il quale puntualizza “come, in modo particolare negli ultimi quindici anni, i lavoratori del MIBAC abbiano contribuito, in modo determinante, alla crescita esponenziale della fruizione del patrimonio culturale del Paese”. “La politica del sindacato confederale”, prosegue, “è stata comunque quella di garantire una sempre maggiore produttività dei servizi culturali malgrado i pesanti tagli e il ritardo pagamento del salario accessorio relativo a prestazioni rese nel 2010 e 2011”. Le problematiche nazionali assumono una connotazione peculiare nell’ambito della SANP come chiosa Antonio Pepe, segretario della CISL di Pompei: “Il ritardo nei pagamenti dei compensi per i lavori effettuati per conto di terzi non è per niente giustificabile, in quanto le aziende esterne di norma vengono autorizzate solo dopo aver pagato gli oneri dovuti, tra i quali il compenso per il personale.  Ad oggi, invece, si riscontra che il personale vanta crediti per il lavoro effettuato in occasione di riprese televisive perché, sembrerebbe, all’Amministrazione a tutt’oggi non è stato ancora versato il tributo dovuto”. Queste, dunque, le ragioni che hanno spinto i sindacati nazionali a indire la giornata per i lavoratori del MIBAC, ragioni che fanno continuare a pensare che a Pompei come in Italia la cultura vive un momento difficile, ma è, al contempo, il settore da cui partire per rilanciare il nostro paese.

                                                                                                                      Claudia Malafronte

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