Ha iniziato a delinquere che aveva solo 18 anni e, nel corso degli ultimi 15 anni, ha commesso reati contro la persona ed il patrimonio.
Ora Salvatore Di Dato, pluripregiudicato di 33 anni, è ritenuto un fiancheggiatore del clan camorristico della zona ove abita ed è dedito, prevalentemente, a commettere rapine.
E’ per tale motivo che, gli agenti del Commissariato di P. S. “Portici-Ercolano” lo hanno arrestato questa notte.
Il 33 enne, infatti, con il pretesto di chiedere un’informazione ad un giovane 23enne che stava parcheggiando la sua autovettura, in via IV Novembre ad Ercolano, si è introdotto nell’abitacolo e, dopo averlo minacciato di morte, ha preteso i soldi in suo possesso.
In considerazione dell’esiguo bottino, ammontante a soli €.12,30, ha strappato dal polso della vittima l’orologio automatico “Officine Panerai” di un valore stimato intorno ai €.4.000.
La vittima, infatti, di ritorno da una serata con gli amici, aveva indossato il prezioso orologio in occasione dei festeggiamenti per il suo compleanno.
La scena è stata notata da un cittadino che non ha esitato nel chiamare la Polizia, raccontando l’accaduto.
Gli agenti, poco dopo, hanno rintracciato la vittima che, da una descrizione somatica del suo aggressore, in virtù di un difetto alle orecchie piuttosto evidente, ha fatto subito focalizzare le indagini nei confronti di Di Dato.
Sapendo i luoghi spesso frequentati dal pregiudicato, i poliziotti lo hanno intercettato in località “Pugliano”, trovandolo in possesso della refurtiva.
Riconosciuto senza ombra di dubbio dalla vittima, è stato arrestato e condotto al Commissariato, in attesa d’esser trasferito stamani in carcere.
Alle prime luci dell’alba Di Dato, però, ha aggravato ancor di più la sua posizione in quanto, con il pretesto di andare in bagno, come una furia, ha spintonato un poliziotto con il chiaro intento d’impossessarsi della sua pistola.
Ne è nata una colluttazione, nel corso della quale, dopo essere riuscito a divincolarsi, è fuggito dagli uffici di Polizia minacciando di morte gli agenti che lo avevano arrestato.
Per poter essere più veloce, nel corso della fuga, si è disfatto delle scarpe e del bermuda indossato, (perché privo di lacci e cintura) scappando per le strade di Portici in mutande.
La sua fuga, però, è stata breve, perché raggiunto da altri due agenti, dopo l’esplosione di un colpo di pistola sparato in aria a scopo intimidatorio, è stato bloccato con non poche difficoltà ed ammanettato nuovamente.
Di Dato, non nuovo a questi comportamenti, è stato condotto al Carcere di Poggioreale perché responsabile dei reati di rapina, evasione, resistenza, violenza e minacce a P.U..