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Givova Scafati dice addio alla finale per mano del Pistoia

Sogni di gloria addio. La galoppata trionfale della Givova Scafati si è fermata. Decisiva la sconfitta in gara-cinque della semifinale play-off del campionato di Legadue al PalaFermi di Pistoia. La società dell’Agro ha così concluso la stagione agonistica 2011/2012, non senza qualche rammarico, soprattutto per il modo in cui si è usciti di scena. Rode innanzitutto la sconfitta in gara-tre al PalaMangano. Tornati sul risultato di 1-1 dalla doppia trasferta pistoiese, i gialloblù avevano l’obbligo morale di sfruttare il doppio incontro casalingo per chiudere la serie e lanciarsi a capofitto verso la finale. Purtroppo, invece, i toscani sono riusciti a spuntarla in uno dei due match disputati all’ombra del Vesuvio e a portare la serie alla decisiva sfida, tenutasi domenica scorsa in terra toscana. In questo ultimo incontro è però arrivata la debacle dei salernitani. Un ottimo approccio alla gara non è bastato a Casini (11), Thomas (13), Marigney (19) e soci per riuscire ad espugnare il PalaFermi. La determinazione e la voglia di vincere degli uomini di coach Paolo Moretti, aiutati da un arbitraggio forse troppo casalingo, alla fine ha scavato il solco e fatto la differenza, consentendo loro di avere la meglio e di raggiungere la finale contro Enel Brindisi. Grande amarezza nel volto degli oltre 150 tifosi scafatesi giunti a Pistoia per incitare la squadra in questo delicato e decisivo incontro, ma anche nello staff tecnico, rimasto deluso dalla prestazione sottotono di uomini chiave come Ghiacci e Radulovic, apparsi ben lontani dalla condizione psicofisica giusta per affrontare partite così tese e nervose.

Tra i più delusi, il tecnico scafatese Giulio Griccioli non è riuscito a nascondere il suo sconforto dopo l’uscita di scena della sua squadra. «Abbiamo dato vita ad una bella serie, prosciugante dal punto di vista fisico e mentale – ha detto l’allenatore di origini senesi – e non posso esimermi dal fare i miei complimenti a Pistoia. Devo dare però atto ai miei giocatori di non aver mai mollato nemmeno in gara cinque, quando ci siamo disuniti prendendo tiri forzati e favorendo le scorrerie di Pistoia. Ho visto i miei giocatori approcciare bene la partita ma poi non siamo riusciti a tenere nel secondo quarto, quando loro sono tornati in partita con un parziale. Devo dire bravo a Moretti, anche se a me restano due anni bellissimi passati a Scafati; lo scorso anno abbiamo perso al primo turno e quest’anno, arrivando alla semifinale, abbiamo migliorato il risultato della passata stagione. Permettetemi di aggiungere poi che sono soddisfatto della gente di Scafati che oggi era a Pistoia; abbiamo iniziato due anni fa con 600 persone in casa e portarne quasi 200 a Pistoia è stato per me motivo di grandissima soddisfazione. Con rammarico abbandono il campionato e spero di lanciare la volata a Pistoia contro Brindisi, che avrei voluto affrontare per il semplice fatto che è stata l’unica ad averci battuto due volte in campionato».

Con 71 presenze di fila in panchina, coach Griccioli ha raggiunto un vero e proprio record a Scafati, a cui vanno aggiunte le 7 di Coppa di Lega, con la bellezza di 31 vittorie su 35 partite in campionato al PalaMangano (89% di vittorie). Un risultato che non passa certo inosservato e che si incastona a caratteri cubitali nella storia sportiva del sodalizio di Viale della Gloria. Ma quella di domenica scorsa a Pistoia potrebbe essere l’ultimo incontro del tecnico sulla panchina gialloblù, ammaliato dal richiamo delle sirene di Avellino e Barcellona. «Ho il contratto in scadenza il prossimo 30 giugno – ha spiegato – e devo ringraziare la società, il patron Longobardi, il presidente onorario Alessandro Rossano e tutto l’ambiente per quello che mi ha dato in questo lungo periodo. Spero, con il mio lavoro, di aver restituito loro tutto ciò che potevo. Il mio unico rammarico è quello di non esser riuscito a vincere la Coppa o non aver ottenuto la promozione in massima serie, però ce l’ho messa tutta e credo che la dirigenza e la tifoseria debba darmi atto di aver fatto più di quello che potevamo fare, con i mezzi a disposizione».

Antonio Pollioso

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