Tra i più delusi, il tecnico scafatese Giulio Griccioli non è riuscito a nascondere il suo sconforto dopo l’uscita di scena della sua squadra. «Abbiamo dato vita ad una bella serie, prosciugante dal punto di vista fisico e mentale – ha detto l’allenatore di origini senesi – e non posso esimermi dal fare i miei complimenti a Pistoia. Devo dare però atto ai miei giocatori di non aver mai mollato nemmeno in gara cinque, quando ci siamo disuniti prendendo tiri forzati e favorendo le scorrerie di Pistoia. Ho visto i miei giocatori approcciare bene la partita ma poi non siamo riusciti a tenere nel secondo quarto, quando loro sono tornati in partita con un parziale. Devo dire bravo a Moretti, anche se a me restano due anni bellissimi passati a Scafati; lo scorso anno abbiamo perso al primo turno e quest’anno, arrivando alla semifinale, abbiamo migliorato il risultato della passata stagione. Permettetemi di aggiungere poi che sono soddisfatto della gente di Scafati che oggi era a Pistoia; abbiamo iniziato due anni fa con 600 persone in casa e portarne quasi 200 a Pistoia è stato per me motivo di grandissima soddisfazione. Con rammarico abbandono il campionato e spero di lanciare la volata a Pistoia contro Brindisi, che avrei voluto affrontare per il semplice fatto che è stata l’unica ad averci battuto due volte in campionato».
Con 71 presenze di fila in panchina, coach Griccioli ha raggiunto un vero e proprio record a Scafati, a cui vanno aggiunte le 7 di Coppa di Lega, con la bellezza di 31 vittorie su 35 partite in campionato al PalaMangano (89% di vittorie). Un risultato che non passa certo inosservato e che si incastona a caratteri cubitali nella storia sportiva del sodalizio di Viale della Gloria. Ma quella di domenica scorsa a Pistoia potrebbe essere l’ultimo incontro del tecnico sulla panchina gialloblù, ammaliato dal richiamo delle sirene di Avellino e Barcellona. «Ho il contratto in scadenza il prossimo 30 giugno – ha spiegato – e devo ringraziare la società, il patron Longobardi, il presidente onorario Alessandro Rossano e tutto l’ambiente per quello che mi ha dato in questo lungo periodo. Spero, con il mio lavoro, di aver restituito loro tutto ciò che potevo. Il mio unico rammarico è quello di non esser riuscito a vincere la Coppa o non aver ottenuto la promozione in massima serie, però ce l’ho messa tutta e credo che la dirigenza e la tifoseria debba darmi atto di aver fatto più di quello che potevamo fare, con i mezzi a disposizione».
Antonio Pollioso