Pompei: le dieci domande, l’intervento di Bartolo Martire

Nella lunga ricerca della verità sulle dieci domande rivolte al sindaco di Pompei Claudio D’Alessio, ancora in attesa di una risposta esaustiva, ci siamo rivolti a Bartolo Martire. In passato è stato ideatore del progetto “Pompeinsieme”, una sorta di “5stelle” ante litteram, con la partecipazione di cittadini comuni alla politica. Ora è coordinatore dei Democratici Riformisti, inizialmente a sostegno di Giuseppe Tortora, ex candidato sindaco e attuale assessore ai grandi eventi della giunta dalessiana. Esperienza cui Martire pensa con amarezza: “Finita la campagna elettorale Tortora ha ritenuto di affidare le sue abilità politico- amministrative al primo richiamo del sindaco vincente. In campagna elettorale il dottore era definito “Trampoliere” dalla parte avversa; successivamente ci siamo resi conto che forse i nostri avversari lo conoscevano meglio di noi”. “Orfani di una guida politica”, continua il sociologo, “vogliamo ricompattare i progressisti. C’è una grande intesa con i responsabili del PD locale e soprattutto col segretario cittadino Vincenzo Mazzetti. Ci aspettavamo il contributo il contributo significativo del presidente del consiglio comunale Ciro Serrapica (PD) che poi nei fatti non c’è stato”.

Dottor Martire come valuta le risposte del sindaco Claudio D’Alessio?

“Vede, spesso si attacca il sindaco D’Alessio, che i Riformisti non hanno sostenuto, ma la verità e che il primo cittadino è debole per una debolezza generale della politica. La questione della “cartiera”, per esempio, è stata scandalosa”.

Cosa può dirci in proposito?

“A prescindere dalle responsabilità, nessuno ha pensato a garantire la comunità dal disagio che avrebbe creato, sia al commercio che alla vivibilità; senza una reale e efficace ricaduta occupazionale. Nella sgradevole vicenda dei curricula, oltre l’abilità dei politicanti di turno, gli interessati, a quanto pare, non hanno ricevuto risposta. Pare che le domande giunte al portale del comune fossero più di ventimila, una lotteria in cui doveva uscire un vincitore, una guerra tra poveri”.

Qual è la sua riflessione sui parcheggi che diminuiscono, vedi Piazza Schettini, e le numerose opere incompiute, come l’interramento della circumvesuviana di via Nolana?

“C’è stata tanta confusione e ritengo demenziale ridurre gli spazi di parcheggio per nulla. Quando non c’è programmazione legata ai bisogni dei cittadini non si va da nessuna parte. Anche se a Pompei venisse ancora l’architetto Eisenman bisognerebbe mettere in conto un’ulteriore furbata per provocare l’effetto annuncio. La politica del “dire”, dei pasticcini e dei nastri inaugurali, non potrà mai essere più forte della politica del “fare”. Bisogna superare la divisione tra comune, santuario e soprintendenza acquisendo un’identità e garantendo una partecipazione popolare. Non abbiamo ancora incontrato associazioni ma a tempo debito apriremo il confronto con chiunque abbia il piacere di farlo”.

                                                                                                                     Claudia Malafronte

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