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Intervista a Pietro Langella, neo assessore provinciale

Patrimonio, Gestione del Demanio, Innovazione tecnologica, Provveditorato, Economato, Gare, Contratti. Queste le deleghe del neo assessore provinciale Pietro Langella, rappresentante dell’UdC e da sempre uomo di centro.
La nuova giunta di Luigi Cesaro, varata circa due settimane fa, ha visto ancora una volta premiato un uomo del fare, come si definisce lo stesso Langella, che alle nostre domande sui progetti per far funzionare al meglio il suo assessorato ci ha risposto proprio con queste parole: «… al di là dei paroloni dei tecnicismi e dei tecnocrati ho chiesto ai dirigenti con i quali mi dovrò rapportare per ben operare in questa nuova avventura che sto affondando, di essere operativi, di proporre soluzioni, concrete e soprattutto rapide. Bisogna abbandonare la politica delle infinite progettazioni, delle inconcludenti riunioni, delle infinite proposte che mai si concretizzano. Ho tante idee e troppo poco tempo per concretizzarle e allora la parola d’ordine è “lavorare”, tanto».
Nato nel 1960 a Boscoreale, cittadina dove tutt’ora risiede con la moglie Lucia e i figli Mena e Giovanni, laureato in Sienze Politiche, Langella comincia la propria carriera politica nel 1995 con il CCD di Pier Ferdinando Casini, affermandosi in maniera perentoria. Alle comunali di quell’anno risulta essere il primo degli eletti del suo schieramento. La brillante affermazione elettorale gli consente di ricoprire il ruolo di capogruppo e di presidente della prima commissione (Lavori Pubblici e Urbanistica). Nel 2000 aderisce al Partito Popolare e ricandidandosi raccoglie il suo miglior risultato con 620 preferenze. Un plebiscito che lo porta a sedere sulla poltrona di presidente del parlamentino cittadino.
Quando il Partito Popolare si scioglie, aderisce alla Margherita nelle cui file, nel 2004, si candida alle elezioni provinciali nel Collegio 20, che comprende oltre al comune di Boscoreale anche i comuni di Boscotrecase, Trecase e Terzigno. Con ben 6000 preferenze, il nuovo successo porta Langella, per la prima volta, alla Provincia di Napoli. Nel corso della consiliatura, ricopre la carica di vice presidente del consiglio provinciale ed entra a far parte del Direttivo Regionale e dell’ Ufficio di Presidenza dell’ Unione Regionale Province Campane.
Nel giugno 2009 si candida nuovamente al Consiglio Provinciale e viene eletto nell’UdC di Casini, tornando alle sue origini politiche.
Nell’assemblea dell’Unione Province Campane del 9 ottobre 2009 entra nel Consiglio Direttivo Regionale che, successivamente, lo elegge presidente. Comincia così un nuovo percorso politico che lo porta a ricoprire il ruolo di presidente della I Commissione consiliare.
Nell’ultimo congresso provinciale dell’UdC viene eletto vice segretario e coordinatore degli Enti locali, carica che tutt’ora ricopre.
«In politica afferma l’assessore Langella è necessario, specie in questo periodo di smarrimento per i partiti e per la stessa “politica”, una buona dose di dignità. La politica fatta dai “politicanti” di mestiere non può più essere accettata.
Ho fondato tutto l’iter della mia carriera solo sulla voglia di operare per i cittadini e per il territorio, sulle mie capacità e sulla trasparenza nei rapporti con gli elettori e con i colleghi. Oggi questo mio modo di vivere le esperienze alle quali sono stato chiamato dal voto degli elettori mi ripaga con il prestigioso incarico assessoriale. Spero di fare bene, anzi meglio perché bisogna sempre puntare al massimo per ottenere risultati degni di nota. Nella politica, come in tutte le attività umane, ognuno porta la propria personalità ed il proprio piglio nell’affrontare gli ostacoli. Non basta certamente essere degli esperti, dei professori, bisogna saper amministrare e riuscire a calarsi nelle situazioni. Da questo punto di vista penso di aver finora dato prova di concretezza e non intendo modificare il mio modo di fare».
Sulla questione che l’UdC sarebbe uscito ancora più rafforzato da questo nuovo rimpasto di giunta, Langella pensa di non sbagliare dicendo che in realtà il presidente Cesaro non ha regalato nulla a nessuno e che la verità, forse, va ricercata nei problemi interni al PdL che rispecchiano un po’ tutta la crisi della politica italiana.

Gennaro Cirillo

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