Castellammare, bufera Pdl: Carlo Carrillo replica al gruppo consiliare e affonda il colpo!

E’ felice il popolo della città delle acque, nell’apprendere le risultanze di una riunione di un gruppo politico consiliare, quello fantasmagorico del PdL, che tratta addirittura di tematiche afferenti la linea politica di un partito che nella nostra città sembra sia diventata l’araba fenice.

Questa condizione del partito in città è cosa ormai nota a tutti i cittadini stabiesi, tranne – forse –  solo ai tre consiglieri comunali che hanno firmato in calce il documento di “presa di distanza”. Sarebbe appena il caso di chiarire, tanto per amore della verità, quanto con il supporto della testimonianza dei pazienti giornalisti stabiesi, che in alcuna occasione ed in calce a qualsivoglia comunicato stampa mai, e ribadisco mai, mi risulta di aver millantato incarichi e/o rappresentatività, con la presunta pretesa di parlare né in nome del gruppo consiliare, né del partito Berlusconiano.

Questo era accaduto per il passato, e cioè fino al 14 febbraio del 2010, data in cui il partito fu commissariato nella nostra città, per il resto bastava chiedere di prendere visione del comunicato e guardare, senza nemmeno sforzarsi troppo, la firma in calce come fosse stata apposta.

Inoltre, è utile ricordare – prima ai componenti del gruppo consiliare del PdL, ed ai cittadini stabiesi poi – che nella nostra città risulta assente, dalla data in epigrafe, qualsiasi organigramma e/o struttura politica riconducibile al partito del Popolo delle Libertà.

Intanto, su tutto il comprensorio da Torre Annunziata fino a Sorrento, esiste almeno un accenno di partito sul territorio, con nomine di commissari che creano quantomeno opportunità di presenza, confronto ed elaborazione politica delle istanze provenienti dal territorio, ma a Castellammare di Stabia gli elettori e simpatizzanti pagano, in tal modo, il risultato della devastante gestione dell’Imperatore “Cesaro da Tic tac”. Ma questa è senz’altro un’altra storia.

Per ritornare all’oggetto del contendere, credo sia opportuno spiegare agli amici, opportunisti transfughi in occasione delle ultime consultazioni elettorali, che la mia posizione politica non risulta per niente cambiata rispetto alla questione dell’avvicendamento del Direttore Trevisan, e per avere esatta contezza di questi basterà ricordare i comunicati che ho diramato sul suo operato alle Terme, risalenti all’incirca agli inizi di settembre 2011, quindi ad appena trenta giorni dal suo sbarco al solaro.

Le perplessità espresse, prima il 31 maggio u.s. e reiterate successivamente appena ieri l’altro, attengono solo ed esclusivamente l’opportunità legata a motivi di ordine tecnico-organizzativo, per un’azienda in gravissime difficoltà economiche, preso atto della necessità di avvicendare un tecnico che, oltre all’esperienza maturata, aveva comunque dato prova di possedere una considerevole autonomia decisionale.

Bastava solo aspettare la fine di settembre, ossìa il tempo di gestire questo particolare e delicato momento di maggiore afflusso di clientela, nella direzione di garantire un minimo di continuità nella gestione. Il prosieguo del documento, firmato solo da alcuni consiglieri comunali del PdL, risulta essere poi esclusivamente il frutto della “delirante filippica” di chi vede traballare il proprio regno costruito sulla sabbia instabile, preso forse atto che, se risulta raro il confronto all’interno del gruppo consiliare del PdL, risulta addirittura assente quello all’interno di una maggioranza che mi sento di definire logora e sfilacciata.

Basti pensare che le riunioni di maggioranza, tenutesi negli ultimi giorni, arrivano“a quattro mesi appena dall’ultimo incontro” tenutosi alla fine di gennaio. Sul punto, ancora una precisazione: la coalizione di centrodestra, alle elezioni comunali del 2010, ha posto una pregiudiziale fondamentale all’accordo programmatico, LA DISCONTINUITA’ AMMINISTRATIVA. Gli elettori ci hanno votato per questo innanzi tutto, non di certo per l’effetto transumanza di qualche segretario del centrosinistra che, ancora fresco del profumo di PD, correva a firmare, e consegnare nelle mie mani, l’accettazione di una candidatura, in quello stesso partito di cui fino a pochi giorni prima ne era stato fiero e convinto antagonista.

Al primo indifferibile punto del programma, era posta la questione termale, questione che nella fattispecie è stata sempre affrontata con approssimazione e tentennamenti, ma cosa ancora più preoccupante, senza un ben definito piano di intervento e rilancio, con un management lasciato spesso in balia di decisioni assunte sulla scorta di forti ed interessate pressioni politiche. Per non parlare poi delle questioni complessive, a partire dall’annoso contenzioso con Marina di Stabia, passando per Water-Front, Più Europa e Master Plain, arrivando infine ai contestati lavori delle antiche Terme e Stimmatine, da cui non si può fare a meno di rilevare una persistente CONTINUITÀ AMMINISTRATIVA con il passato, che sfocia addirittura in una giunta “politica” zeppa di presenze che tutto rappresentano tranne che il vero centrodestra stabiese.

Le aspirazioni personali in politica sono legittime e naturali, in particolare quando si tratta di mettere al servizio della collettività il proprio impegno e le proprie competenze, questo lo spirito che anima il mio personale impegno politico da almeno quarant’anni, la necessità di dare una testimonianza di fede in politica lavorando nell’interesse della città, ed in particolare per i meno abbienti onde rappresentare le loro istanze e bisogni.

Pertanto io resto fermamente convinto che la politica abbia il compito di sostenere la vita e l’attività delle persone, delle famiglie, e delle comunità intermedie, non di distruggerle o di assorbirle.

A tal proposito, il comunicato dei consiglieri del PdL, e non del gruppo consiliare si badi bene,  è a dir poco inquietante, sia per impostazione che per toni, ma fortunatamente chi scrive, al contrario di chi risulta “in modo bizzarro” strenuamente difeso dai consiglieri del PdL, non ha mai chiesto, né preteso, né tantomeno ricoperto, alcun incarico di gestione diretta, né sul piano personale né per conto terzi. Ma ancora più bizzarra sembra l’esigenza di voler sottolineare che le “nomine dei tecnici” attengano alla competenza del sindaco, vivaddio, e chi lo ha mai contestato questo,  in particolare quando si tratta di valenti e competenti tecnici. Quanto eccepito nelle esternazioni era afferente la metodologia, considerazioni quindi legate alla rivendicazione di un solo consigliere comunale, itinerante nell’alveo di questa “maggioranza”, dell’esigenza di riempire semplicemente una casella gestionale. Una sostituzione che, in un’azienda come quella del solaro, avvenendo in corsa determina gravi problemi, infatti non è semplice come sostituire l’autista di un bus di linea. Una posizione risultata indecente e scandalosa, tanto che, nella foga di usare un linguaggio pernicioso e carico di rancori, i nostri Cesaroni non hanno pensato neanche per un attimo di procurarsi una copia del comunicato per verificarne la firma. Pensavano forse di stare su scherzi a parte.

Le perplessità espresse sulla vicenda permangono, peccato che nel frattempo mi tocchi registrare che questa amministrazione, per la quale ho fortemente combattuto pur di averla, pur di tirare a campare abbia cominciato, e non da poco, a “fare i conti” con i singoli consiglieri. In politica, ed in particolare a certi livelli, quando si amministra una città bisogna scegliere, pertanto constatata la opportunistica ma legittima posizione di alcuni consiglieri comunali del gruppo PdL, dopo aver sentito gli amici della componente nella quale mi riconosco, affermo di aver scelto di stare con la città ed i cittadini stabiesi, inoltre mi dichiaro disponibile sin d’ora a partecipare ad un  tavolo comprensivo di tutte le forze sane della città, sia del mondo politico che delle associazioni, per avviare un confronto finalizzato alla realizzazione di un nuovo progetto politico che veda l’uomo, i cittadini, i giovani finalmente protagonisti del vero cambiamento della città. 

Carlo Carrillo

Donazione sostieni il Gazzettino Vesuviano
Condividi
PrecedenteFrancesco Fiorenza vincitore del Trofeo ciclistico “Tobia Polese”
SuccessivoPortici, potatura selvaggia delle querce: spuntano le foto “compromettenti”
Il giornale “il Gazzettino vesuviano”, fondato nel 1971 da Pasquale Cirillo e attualmente diretto da Gennaro Cirillo, si interessa principalmente delle tematiche legate al territorio vesuviano e campano; dalla politica locale e regionale, a quella cultura che fonda le proprie radici nelle tradizioni ed è alla base delle tante associazioni e realtà che operano sul territorio.Siamo impegnati a garantire la massima qualità e la massima integrità nel nostro lavoro giornalistico. Ci impegniamo a mantenere alti standard etici e professionali, evitando qualsiasi conflitto di interesse che possa compromettere la nostra indipendenza e la nostra imparzialità.Il nostro obiettivo è quello di fornire ai nostri lettori notizie e informazioni affidabili su una vasta gamma di argomenti, dalle notizie di attualità ai reportage approfonditi, dalle recensioni ai commenti e alle opinioni. Siamo aperti a suggerimenti e proposte dai nostri lettori, e ci impegniamo a mantenere un dialogo aperto e costruttivo con la nostra community.