La rivoluzione ambientale promossa dall’amministrazione de Magistris si trova a fare i conti con la crisi economica e la mancanza di fondi.
I 43 milioni erogati dalla Cassa di Risparmio ad Asia, l’azienda partecipata del Comune di Napoli che si occupa di igiene urbana, sono stati destinati al pagamento di stipendi, adempimenti burocratici e debiti pregressi. Sarebbero dovuti servire ad ampliare la raccolta porta a porta con l’acquisto di nuovi automezzi.
Ad aggravare tale situazione si aggiunge la mancata erogazione dei fondi promessi dal Governo e dalla Regione per il piano di estensione del porta a porta (20 milioni di euro), con la Regione impossibilitata ad erogare i fondi, che pure ha stanziato, per il patto di stabilità.
Il vice sindaco di Napoli con delega alle politiche ambientali, Tommaso Sodano, non ci sta e si fa sentire. Tramite un comunicato afferma: “Nonostante le difficoltà finanziarie, in questi mesi ci siamo impegnati per far si che il piano di ammodernamento e l’ampliamento del porta a porta potessero procedere: tanto che sono stati coinvolti oltre 100 mila abitanti nel servizio porta a porta nei quartieri Scampia e Posillipo, a cui si sono aggiunti in questi giorni i cittadini di Agnano e del Rione Lieti. Il Governo deve onorare gli impegni assunti dal ministro Prestigiacomo e confermati da Clini – prosegue nella nota Sodano – e va superato il vincolo del patto di stabilità che grava sulla Regione per arrivare ad un assegnazione diretta dei fondi ai Comuni. Soltanto in questo modo sarà possibile rispettare il cronoprogramma che ci siamo dati e far partire una nuova stagione per quanto concerne l’impiantistica alternativa, a partire dal trattamento della frazione umida”.
Intanto lo stesso Sodano ha ammesso alla stampa che il digestore anaerobico non è ancora definitivo: “E’ una idea – ha affermato – ma se i cittadini non vogliono, troveremo altre soluzioni”. Una piccola marcia indietro rispetto alle parole del sindaco de Magistris, che nei giorni scorsi aveva dato per cosa fatta la realizzazione dell’impianto: ora bisognerà capire come intende muoversi la società di scopo per quell’area, la BagnoliFutura, che aveva già dato il suo assenso per ospitare gli impianti necessari al ciclo completo di trattamento biologico dei rifiuti.
Mario De Angelis