Sant’Anastasia: bilancio “in piazza” dei primi due anni di amministrazione

“Desidero esprimerle tutto il mio compiacimento per l’iniziativa, che sottolinea la consapevolezza della necessità di un complessivo rinnovo dei temi dell’organizzazione e governo della trasparenza, per consolidare, con metodo partecipativo, il dialogo delle amministrazioni con i cittadini, rafforzare i presidi di legalità e sviluppare una cultura dell’integrità”. Il sindaco Carmine Esposito ha voluto leggere il messaggio giunto dal prefetto di Napoli, Andrea De Martino, prima di intrattenere i cittadini anastasiani, intervenuti nei giorni scorsi in via Roma, per il «Bilancio in Piazza..» dei primi due anni di  attività amministrativa.

Il primo cittadino, accompagnato dalla baby sindaco Francesca Tufano, ha parlato per un’ora e mezza davanti ad un’affollata platea. La serata era iniziata con gli striscioni e i passi di danza dei ragazzi di alcune scuole del territorio. L’inno nazionale ha suggellato infine il momento della consapevolezza civica della manifestazione. Che ha dato il via all’intervento vero e proprio della fascia tricolore. Esposito ha snocciolato i punti del programma elettorale per dare conto ai cittadini di quanto realizzato fin qui: la modifica del contratto di progetto di finanza per il cimitero comunale che ha consentito di abbassare i prezzi dei loculi e i coprifossi uguali per tutti; lo scioglimento della società ambientale Amav che perdeva 4 milioni di euro e l’ esternalizzazione del servizio dei rifiuti senza perdita di posti di lavoro e con maggiore efficienza; la questione della zona rossa su cui ha rimarcato i primi successi, nel senso di aver posto al centro dell’attenzione regionale i limiti della legge.

Ma prima ha fatto una premessa sulle condizioni in cui oggi versa il Paese. «C’è precarietà, disoccupazione, disagio sociale, ed è venuta a mancare anche la speranza» ha incalzato. La differenza con il dopoguerra dove «eravamo ancora più poveri» è che allora, invece, c’era la speranza che lasciava intravedere una prospettiva». E avevamo anche «una grande classe dirigente». «La politica, oggi, è degenerata -ha proseguito-, i partiti sono finanziati e non riescono neppure a governare il Paese. La coesione sociale è messa in discussione. Non c’è più una rete sociale, aumentano gli abusi e i politici hanno smarrito il senso della realtà». Bisogna dunque «riscoprire il bene comune, la persona, il cittadino, il territorio». Ed ecco il manifesto politico che il sindaco ha sintetizzato così: quello che conta «è la collocazione e non l’appartenenza (ad un partito, ndr), la vera sfida che abbiamo difronte. Forse, con il tempo, rigenerandoci, possiamo fare un’altra politica». Basta dunque «con le chiacchiere, i gossip, ci vuole chi prende in mano la situazione con un programma da portare avanti, poi i cittadini giudicheranno». Esposito ha chiarito dunque il perchè della sua uscita dal Pdl, «un partito che non rappresenta più il cittadino a tutti i livelli». «Non sono legato a nessuno, preferisco il mio progetto, la mia coalizione e il mio paese».

E rivolto alla folla ha detto: «Non dovete avere più pazienza per come funzionano oggi i mezzi di informazione e la politica». Esposito è stato duro, incalzante, soprattutto quando ha toccato il tema della Zona Rossa, «madre di tutte le battaglie» del suo programma. E ha attaccato il giornalista del Corriere della Sera, Gian Antonio Stella, che aveva fatto riferimento «in modo improprio» al suo pensiero. «Ci sta bene  il rispetto delle condizioni idrogeologiche – forse la criticità maggiore del nostro territorio- Ma Stella ha dimenticato di dire chela Legge21 parlava anche di vie di fuga, di messa in sicurezza e di Piano Strategico operativo (Pso). Dove stanno»? Esposito ha poi proseguito: «L’attesa ci sta soffocando, se si presenta un terremoto,  saranno loro i responsabili. Noi invece vogliamo mettere mano al patrimonio edilizio per riqualificare, abbattere e ricostruire». Intanto fa riferimento alla modifica della legge 21, attualmente in discussione alla commissione urbanistica della Regione, «grazie alle nostre battaglie». «Con il Piano Urbanistico Comunale (Puc) sfrutteremo  questa modifica -ha spiegato- per far ripartire il territorio».

Pasquale Annunziata

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