Tammaro: “Proprio nelle difficoltà bisogna restare al servizio di Cercola”

«La defezione dell’assessore Calvanese non inciderà sul lavoro che stiamo facendo per Cercola. Resto al mio posto, tutti i giorni nel mio ufficio a lavorare per l’idea di servizio alla mia città che ha animato tutta la mia esperienza politica e il mio impegno come primo cittadino».
Così Pasquale Tammaro all’ indomani delle dimissioni di Salvatore Calvanese, ormai ex assessore alla Pubblica Istruzione.
A parere del sindaco di Cercola abbandonare la nave quando il mare è alto è c’è bisogno di mostrare i muscoli, resta un atto deprecabile, anche a fronte degli attacchi portati dalle opposizioni che, prive di argomenti concreti, avranno modo di parlare e di fare ulteriore demagogia contro l’amministrazione”.
«Da sinistra si sparla di chi ha lottato per il bene della città parlando di “comune virtuoso” sino all’avvento della nostra amministrazione. Io dico che Cercola non era “virtuoso” come comune, ma semplicemente “immobile”. Nella nostra città non si lavorava per il futuro, non si progettavano opere pubbliche e non si operava per il sociale. Non si spendeva. Ecco la “virtuosità immobile” di cui parlano i nostri detrattori. Noi abbiamo fatto tanto. Tante le opere realizzate e progettate. Tanti i servizi offerti alla cittadinanza. Oggi ci attaccano di gravare su i cittadini i nostri sbagli con l’aumento di tariffe e tagli ai servizi. Nulla di più falso. Nonostante, per colpe assolutamente non ascrivibili alla politica, lo scorso anno siamo stati travolti dallo sforamento del patto di stabilità, anche con un bilancio molto meno sfarzoso riusciremo ad offrire servizi e tariffe estremamente più favorevoli al confronto con gli altri comuni viciniori».Cercola, in effetti è sempre stato il comune vesuviano che spendeva più di tutti per le politiche sociali e i servizi tesi a semplificare la vita degli utenti (mensa scolastica, trasporto scolastico, centro durno) ed oggi, nonostante i tagli, come dichiarato da Tammaro, resta ampiamente competitivo e attento a tali tematiche.
«Ho tentato di evitare questa macelleria sociale fin quando ho potuto, ma a causa dell’ostracismo di alcuni settori della macchina comunale, ben individuabili, oggi ci troviamo a fronteggiare questa situazione di difficoltà».
Per il primo cittadino, quindi, a boicottare il buon funzionamento di Cercola ci sarebbe un piano politico ben preciso, mirante a destabilizzare il lavoro fatto dalla sua amministrazione.
Per avvalorare tali affermazioni Tammaro parla di mancate procedure per l’alienazione degli immobili comunali, nonostante le numerosissime richieste di acquisto; di ingiustificati comportamenti di dipendenti che si rifiutano di ricoprire incarichi indispensabili per il funzionamento del comune; di un cassetto pieno di note ai dipendenti che mai sono state ascoltate e per le quali nessun provvedimento è stato mai preso. «Sono praticamente prigioniero delle norme e delle leggi che mi vietano di intervenire direttamente e sostituire chi a mio parere non produce risultati positivi per agevolare il lavoro della politica.
Sono allo stesso tempo consapevole di avere le mie colpe. Colpe da ricercare principalmente sulla scelta di alcuni uomini sbagliati, che da un giorno all’altro hanno abbandonato il loro incarico. Sto parlano principalmente del direttore generale Piscino e del comandante dei VV.UU. Maiello, che pur giustificando degnamente le loro scelte hanno arrecato un chiaro danno a quanto stavamo tentando di realizzare. Anche a riguardo dello sforamento del patto di stabilità le responsabilità dono sicuramente da condividere con l’assenza di un segretario comunale e con quanti hanno fatto sì, nell’ombra o palesemente, che tale siuazione persistesse, anche rifiutandosi di assumere responsabilità ed incarichi. Ma nei momenti di difficoltà si vede il vero spirito di chi opera pubblicamente per il bene della propria città. Resto al mio posto e continua a lavorare per Cercola».

Catello Ferrigno

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