Castellammare, dai congiuntivi al PdL stabiese: lo Sterminatore azzarda il colpo finale

Non si tratta dell’opera cinematografica ormai cinquantennale del maestro Luis Buñuel, ma dell’ Angelo sterminatore coordinatore provinciale del PdL nonché presidente della provincia di Napoli, il quale, a sorpresa e con classe elefantiaca, entra in gioco nella vicenda partitica stabiese. Il presidente della provincia, a parte qualche sporadica occasione consumatasi con fiocchi rosa presso un noto albergo della città, non ha mai garantito la strutturazione, sviluppo e crescita di un partito che aveva ritrovato l’entusiasmo e la voglia di voltare finalmente pagina a Castellammare di Stabia. Sarebbe appena il caso di ricordare che, nel maggio 2010, un gruppo di cento e passa simpatizzanti firmava appelli e documenti finalizzati a sensibilizzare i referenti provinciali e regionali del partito affinchè nominassero almeno un commissario per poi dar luogo ad un congresso che potesse eleggere i propri organi.Gli iscritti ed i simpatizzanti si battevano, quindi, per avere quadri dirigenti non cooptati, che avrebbero dovuto rappresentare il partito sul territorio e raccoglierne istanze ed umori. Ma questi “barbagianni della politica” hanno da sempre ritenuto di essere gli esclusivi proprietari di simbolo ed organi. Invero, il sottoscritto,  per dare dei segnali reali di cambiamento, al momento della propria elezione a consigliere comunale ha rassegnato le dimissioni dall’incarico politico di coordinatore della Giovane Italia stabiese, al fine di evitare la confusione dei ruoli, differenziando in tal modo quello istituzionale da quello di partito.Il mio voleva essere un forte segnale per avviare quel processo di distruzione di quella “nefasta e nefanda” mania di ricoprire più incarichi contemporaneamente. Al contrario nessuno ha provveduto a lasciare spazio e caselle ricoperte per aprire, con rinnovato impegno, alla società civile e quindi non accetto lezioni di “politcally correct” da personaggi che di politicamente corretto hanno ben poco. Dispiace che il presidente della provincia abbia perso l’occasione per poterci almeno conoscere personalmente, oltre a quella di poterci finalmente onorare del suo “gradito”silenzio.Questa la linea politica di questi ineffabili uomini di potere, autorevoli ed auto referenziati, tanto che, sia per le consultazioni amministrative elettorali del 2009 che del 2010, hanno ritenuto di poter far a meno anche di un confronto pubblico tra iscritti e sostenitori per la disamina di un voto che, per la prima volta in assoluto nella nostra storia, aveva portato il centrodestra a violare la Stalingrado del Sud. Il nuovo modo di governare la provincia per il quale mi sono battuto non era quello di coinvolgere nella governance l’ex vicesindaco della giunta Vozza ancora caldo di uscita da quell’amministrazione di centrosinistra, come non rappresentava il massimo della mia aspirazione politica correre alle comunali stabiesi con il segretario uscente, ancora bollente, dal Partito Democratico. Questo il quadro provinciale, in perfetta linea quello stabiese, ma alla luce delle ultime amministrative credo che poco, per non dire nulla, abbiano capito i due estensori di quella cialtroneria politica.Ad oggi, infatti, sondaggi molto accreditati concedono quale gradimento al PdL stabiese una forbice che si aggira dal 2% al 3%, basti pensare che mai nella nostra città si erano raggiunti questi livelli così bassi, nemmeno nel picco più basso raggiunto alle consultazioni del 2005. La motivazione risiede nell’assenza e inconsistenza politica e programmatica, del partito di maggioranza relativa che, con il 14,5% dei voti, era stato investito dagli elettori del ruolo di partito guida sia nella coalizione che nell’intero consiglio comunale. Se questo è il certosino lavoro svolto dal capogruppo consiliare del PdL non sono sicuro che abbia svolto proprio un lavoro eccelso, considerato che non sarebbe nemmeno possibile di accusarlo di “essere rimasto rinchiuso nelle stanze asfittiche di un partito” che, da almeno due anni, manca addirittura di una sede di riferimento.La politica del “partito dei consiglieri” è foriera di cocenti delusioni, l’esperienza della scorsa consiliatura docet,  perseverando nel pensare di realizzarla seduti ai tavoli di rinomati locali della città. La mia lunga militanza, già da Forza Italia, mi impone di rappresentare le esigenze e le istanze del territorio che ha investito sulla mia credibilità, ed un coordinatore provinciale, che interviene sulla questione politica senza conoscerne protagonisti e storia politica, ha solamente accresciuto il già lunghissimo elenco di gaffe che lo ha visto divenire uno dei personaggi più cliccati del web, senza voler citare le prodezze amministrative che lo vedono attenzionato dalla procura generale della Corte dei Conti. Tutto chiacchiere e consulenze.                    

“A CASA QUELLI CHE LAVORANO CONTRO GLI INTERESSI DELLA CITTA’E DELLA PROVINCIA!!!!”

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