Era questione di giorni e puntualmente sono arrivate. Il pm Narducci, assessore alla legalità e trasparenza del comune di Napoli, ha rassegnato le proprie dimissioni.
Ormai da tempo isolato nella giunta, l’ormai ex assessore non aveva condiviso delle scelte importanti per la città di Napoli, come la transazione con la Romeo Immobiliare. Frequenti ormai diventati anche gli scontri con soprattutto due assessori, forse tra quelli politicamente più rilevanti, vale a dire il vicesindaco Tommaso Sodano e l’assessore alle Politiche Sociali, Sergio D’Angelo. I due assessori non hanno condiviso alcune scelte del pm in merito agli sgomberi dei mercatini di immigrati e le vere e proprie “retate” a Scampia e in altri quartieri. A cornice di questa già difficile situazione anche le parole dette da de Magistris in una intervista al Mattino: “Pino (Narducci) non deve fare l’errore di considerarsi come l’unico rappresentante della legalità in giunta: il sindaco è il principale garante della legge e le scelte si prendono insieme”.
Duro il commento di Gianni Lettieri, leader dell’opposizione in consiglio: “De Magistris dovrebbe venire subito in aula e spiegare quello che sta succedendo, anche se oramai è chiaro che i metodi politici e le questioni spartitorie interne sono le stesse delle passate amministrazioni. Se, come pare, – continua nella nota – entrerà anche il Pd in giunta sarà dimostrata l’esatta continuità con la gestione Iervolino. Insomma la verità è che non è cambiato nulla”.
Vittorio Vasquez, capogruppo di Napoli è Tua, si dice “rammaricato per la situazione” e spera che “ora si apra una discussione politica che porti a una assegnazione più ragionata delle deleghe, alla luce anche di un dibattito politico più aperto”
Il sindaco De Magistris esprime i suoi commenti in un comunicato. Esprime amarezza e dispiacere ma le sue parole sono forti e inequivocabili: “Non nascondo l’amarezza provata: per me era un assessore di punta e di riferimento, che ho difeso anche quando il suo operato era lesivo per la compattezza della stessa Giunta, oppure quando cozzava con la città dei diritti, soprattutto dei più deboli, che vogliamo realizzare. E’ accaduto spesso, infatti, – continua il sindaco nella nota – che Narducci travalicasse il mandato dell’indirizzo politico spettantegli, interferendo con la legittima azione amministrativa, tanto da essere soggetto ad una sentenza critica in sede giudiziaria che ha infatti riconosciuto la legittimità dell’azione amministrativa stigmatizzando il comportamento dello stesso assessore. Così come spesso è accaduto che declinasse la politica non come risoluzione dei problemi volta alla tutela dei più deboli nell’orizzonte della legalità e del diritto, ma come cieca intransigenza e furioso formalismo della norma, spesso paradossalmente accanendosi con i più deboli, arrivando a confondere legalità formale con legalità sostanziale, strumentalizzando politicamente il rispetto della legge e della Costituzione che devono necessariamente realizzare la giustizia sociale (penso a quanto accaduto con la vicenda di via Bologna). Molto, inoltre, avevo investito sul ruolo di Narducci in merito alla lotta all’evasione fiscale per favorire la riscossione tributaria, attraverso una sinergia fra il suo assessorato e la polizia municipale. Nessuna proposta politica rilevante anche da questo punto di vista.
Unica attenzione, infine, era da lui rivolta ad un ‘certo modo’ di intendere la polizia municipale, rispetto a cui il suo operato non sempre ha prodotto risultati apprezzabili, arrivando perfino a criticare, in totale isolamento, il progetto di pedonalizzazione del Lungomare, attuato con uno straordinario e meritorio impegno del corpo a cui va tutta la mia gratitudine.”
Parole dure che si commentano da sole: anche dalla parte del sindaco la disponibilità verso l’assessore non era più quella di un tempo. Una perdita di non poco conto, vista la caratura personale e la storia di pm integerrimo e scrupoloso, ma le divergenze politiche hanno prevalso. La domanda che tutti ora si fanno è: chi prenderà il suo posto? Ci sarà effettivamente un nuovo volto in giunta (si parla di una possibile candidatura per Attilio Auricchio, capo di gabinetto del Comune) o solo un rimpasto delle deleghe? Quale ruolo avrà il PD in questa storia? Bersani ha invitato De Magistris ad aspettare la nomina di un nuovo segretario provinciale del partito prima di prendere decisioni: tuttavia anche il PD sembra in forte ritardo con le decisioni interne.
Mentre intanto si spera che questo non sia l’inizio di un “effetto domino”, con altre dimissioni che potrebbero fioccare (in uscita forse anche l’assessore al bilancio Realfonzo): in tal caso bisognerebbe prendere atto di un primo fallimento del progetto politico di de Magistris, che non riesce a tenere uniti i pezzi di una giunta che sin dal primo momento è apparsa troppo frammentata per divergenze di vedute tra gli stessi assessori.
Mario De Angelis