Il diritto al mare, affoga nel mare

E’ semplicemente indecente, intollerabilmente indecente, il calvario di turisti e cittadini italiani che decidono di raggiungere la costiera sorrentina. Lo sconcio delle domeniche estive (non solo quelle) in questo territorio riconosciuto turistico è ormai pluridecennale. Arriva puntuale come un male di stagione, insieme al caldo e alla voglia di andare al mare.

Chi dovrebbe occuparsi d’impedire che il territorio sia condizionato dalla prepotenza di parcheggiatori abusivi, “padroni” della strada e “gestori” del traffico? Chi dovrebbe evitare che al bivio di Pozzano a Castellammare di Stabia si creino i “tappi” alla circolazione?

Chi dovrebbe occuparsi di garantire la legalità sulle strade, nella gestione dei parcheggi e finanche nell’accesso al mare, nel rispetto di leggi statali e regionali?

Quasi nessun comune della penisola fa mancare il proprio contributo al caos e all’illegalità. Ma i casi eclatanti sono due, soprattutto riguardo alla circolazione. Il primo, il principale, è proprio a Pozzano dove, spesso, sotto gli occhi di tutti, talvolta anche con forze dell’ordine presenti, s’insedia l’anarchia e lo sconcio. Si continua con Vico Equense, al bivio con la marina di Seiano, una confluenza quasi sempre non gestita, che, in particolare nelle ore pomeridiane, dalle 16,30, alimenta lunghe code sulla via del ritorno dal mare, con ripercussioni stressanti per chi si muove in direzione di Sorrento e di Napoli.

Rispondere agli interrogativi sulle responsabilità, aiuterebbe a risolvere i problemi e a garantire a tutti il diritto al mare, da quando si lascia la propria casa fino al bagno dei piedi nel mare. E invece? Frammentazioni di competenze, delimitazioni di ambiti e via con espressioni incomprensibili che, tradotte, significano: nessuno si occupa bene di ciò di cui dovrebbe occuparsi!

Fanno eccezione le mafie, sia organizzate che naif, che invece sembrerebbero occuparsi (purtroppo bene!) degli annessi e connessi dei nostri bagni di mare. Eclatante ed inquietante è quanto si legge in un chiaro contributo di cronaca del giornalista Francesco Ferrigno.“La zona di Pozzano è stata al centro della terza tranche dell’inchiesta della Dda di Napoli scattata dopo l’omicidio del consigliere comunaledi Castellammare di Stabia, Gino Tommasino, avvenuto nel febbraio del 2009. Secondo i pm l’attività di parcheggio abusivo lungo le vie del mare era gestita (ed ora? ndr) direttamente dalla criminalità organizzata locale e, in particolare, dal clan D’Alessandro. Un business da migliaia di euro al giorno che causò anche l’omicidio di un parcheggiatore nell’estate del 2009, con la cosca decisa a controllare tutti i parcheggi di Pozzano”.

E qui il racconto potrebbe continuare. Non con i rapporti degli investigatori dell’antimafia, ma con il racconto dei piccoli e grandi soprusi che ogni bagnante subisce prima che entra nel mare.

Al contatto con l’acqua dimentica tutto, fa autoterapia, tira a campare, male, ma tira a campare. Proprio nel mare affoga il diritto a godere del mare. Fino a quando? Proprio fino al prossimo bagno. Del resto lo fanno anche le istituzioni che dovrebbero garantire a tutti il diritto a vivere, in serenità e senza abusi, di quel bene comune che è il mare.

Antonio Irlando

 

 

 

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