Castellammare, Antonio Carrillo inamovibile: “Resto nel Pdl”.

Sarebbe appena il caso di ripartire dal programma elettorale che ha consentito al PdL, con tutta la coalizione di centrodestra, di poter sconfiggere il consolidato sistema di potere della sinistra nella nostra città.                                                                                          

Un programma molto semplice che constava di tre paletti fondamentali: lo sviluppo, la legalità e la vivibilità. Questi i punti fermi intorno ai quali si è sviluppato il rapporto tra il PdL, la coalizione, ed i cittadini stabiesi. E’ chiaro che senza lo sviluppo non può esserci la legalità, e senza la legalità la vivibilità continuerà a rappresentare l’araba fenice per gli esausti cittadini stabiesi.

Lo sviluppo di cui si parlava, e del quale continueremo incessantemente a parlare, era rappresentato in primis dalle Terme di Stabia, a partire dalle quali, con una decisa inversione di tendenza rispetto agli standard previsti, avrebbe dovuto avere inizio una radicale rivoluzione della attuale situazione urbanistica, problema politico-sociale  nel quale si trova impantanata la nostra città.

Questi due punti dovevano, giocoforza, essere affrontati con ferma determinazione dal PdL, e dalla coalizione di centrodestra, per dar luogo ad un’attendibile trasformazione urbanistica che mettesse nelle condizioni il sindaco Bobbio, con la sua squadra, di poter finalmente imprimere una soluzione da dare – in via decisiva e definitiva – all’eterno dilemma di “città industriale e/o turistica” di antica ed attuale memoria.

Tanto sarebbe bastato, al netto delle prescrizioni prefettizie, a dare credibilità e lustro al potere di incidenza politico del PdL stabiese, anche e soprattutto grazie ad un diverso modo di approcciare le tematiche scottanti e ad alto rischio che attanagliano la nostra città. Questo è quello che ci chiedevano, con il loro voto, i cittadini stabiesi ed invece, a 27 mesi di distanza, siamo costretti oggi a chiederci cosa sarebbe successo:

SE avessimo preteso lo scorrimento della graduatoria del concorso dei VV.UU. ancora in corso di validità;

SE avessimo rivisitato quella strana delibera che ha consentito l’assunzione al comune di tre stagisti, tra cui una parente molto prossima di un “nostro assessore in giunta”, in spregio alle reali esigenze del territorio;

SE avessimo discusso sulla questione Water-front, del Piano Casa entro i termini disposti dalla normativa, di Europa Più, dell’esternalizzazione delle pratiche di condono (fallimentare operazione frustrata quasi ovunque, Pompei la più vicina) – che arriva dopo aver determinato lo sfascio dell’ufficio che ben funzionava con introiti che si aggiravano intorno ai 3 milioni annuidell’Housing sociale infine e del Master Plan. Tanto avremmo dovuto fare, prima all’interno del gruppo e del partito, con l’ausilio e la competenza di tecnici vicini alle nostre posizioni, e poi con la coalizione, senza privilegiare la posizione di alcuno a discapito di tanti;

SE avessimo prestabilito attraverso un serrato e costruttivo confronto sulla ricaduta, alla luce dell’impegno del già Ministro Galan di impegnare risorse per circa 200 milioni di €uro a Pompei, che avrebbe potuto avere sulle aree circostanti, e quindi sulla nostra città, invece di lasciare all’estemporanea inventiva di “esternazioni sulla questione dell’abusivismo” in quel di Varano, dove sembra che qualche fondazione stia lanciando l’affondo per la definitiva realizzazione del parco archeologico, non tenendo in alcun conto la realtà abitativa e commerciale che pure riveste grande importanza in un territorio già in abbondante sofferenza;

SE avessimo avuto la possibilità di confrontarci, decidendo, per avviare il processo di cessione della inutile quota societaria di 1,9% di proprietà del comune alla Sint, ed operare nel contempo affinché il processo di ricapitalizzazione della società del Solaro, ad un anno dall’entrata in 2447, garantisse una migliore stabilità economica;

SE avessimo deciso, infine, di non confondere il partito del territorio con quello dei consiglieri, così come si conviene alla cultura politica di chi, nel rispetto dell’uomo e dei rispettivi ruoli, non considerando nemici ma avversari politici gli interlocutori, avrebbe certamente potuto sostenere un serio progetto di “salute pubblica”.

Questo il lungo elenco di SE, che UN MILITANTE serio, cresciuto con la cultura di un valore così alto come quello della militanza politica, dovrebbe almeno cominciare a porsi, fosse solo per il fatto di aver ricevuto il proprio mandato dai cittadini, quegli stessi che dovrebbero fruire dei servizi che la comunità organizza e dispone in regime di sussidiarietà.    

La personale formazione politica mi impone, oltre alla lealtà e correttezza, il profondo rispetto degli avversari politici e della diversità delle idee, e nella responsabilità del ruolo affidatomi dai cittadini, di perseguire ogni azione che sia indirizzata a tutela degli interessi della città e degli stabiesi. Da almeno due anni il PdL stabiese, in uno con l’amministrazione comunale, risulta governato con una metodologia che, al confronto, quella sudamericana rischierebbe di arrossire. Pertanto, la disponibilità a sostenere questa amministrazione permane, in virtù dell’alto senso di responsabilità, ma solo a condizione che:

– il sindaco risponda in modo chiaro, esaustivo, e pubblicamente, alla lunga serie di eccezioni avanzate dalla Procura Generale della Corte dei Conti, al fine di garantire, rasserenando, tutti i consiglieri della maggioranza che hanno sostenuto e votato il bilancio nella convinzione di rendere un servizio alla città. Inoltre si ravvisa la necessità che il 1° cittadino decida di spiegare, a tutti i consiglieri comunali della maggioranza, su quali reali fondamenta legislativi abbia deciso di dar vita alla delibera di giunta 110/2012. Questo anche in prossimità dell’approvazione del prossimo bilancio di previsione;

– il sindaco provveda entro tempi brevissimi all’azzeramento dei ruoli ricoperti da uomini del PdL, in particolare della giunta comunale, rimodulandone l’organigramma al fine di consentire una più ampia e rappresentativa presenza di tutte le varie anime del partito;

– il sindaco, considerata la grave situazione economica in cui versano le Terme di Stabia, decida di postare in bilancio per le partecipate una risorsa che non risulti inferiore ai 2.500.000,00 €uro (duemilionicinquecentomila€);

– il sindaco si esprima con chiarezza rispetto al problema delle aree industriali dismesse, preso atto che, su questa vicenda sta iniziando a prendere corpo un clima “da assalto alla diligenza”, e non esiste alcuna prospettiva di “riconversione” o progetto di reinserimento dei lavoratori ex Avis nelle attività produttive. La nostra città, a questo punto, non può permettersi un ulteriore “Ratto delle Sabine”.

Questo è il mio personale modesto, ma fermo punto di vista, la debolezza di rimanere oggi isolato nel partito diventa tuttavia il mio punto di forza, in quanto, tra l’altro, mai ho ricoperto incarichi amministrativi di giunta in comuni di sinistra e/o sciolti, e mai avrei apposto la mia firma in calce a documenti elaborati sotto dettatura. Ma questo attiene la scelta di vivere la “rappresentatività” in modo autonomo, disincantato, non condizionato da espressioni che mirano esclusivamente alla tutela di potentati lobbistici, ossia i veri rappresentanti degli occulti centri di potere. L’irresponsabilità, d’altronde, risiede negli atteggiamenti di chi alimenta in maniera pretestuosa la polemica rimanendo sempre e comunque sotto traccia in un partito, che si chiami PRI, Margherita, Pd o Pdl, dove l’unico obiettivo che conta di concretizzare consiste solo nella gestione più deteriore del potere. Ritengo altresì che, qualora si dovesse andare ad elezioni anticipate, questo “signore” lo ritroveremo di sicuro schierato nel gruppo considerato vincente, infatti l’unico obiettivo che, l’ineffabile “invisibile uomo dei partiti”, si ripromette di voler conseguire è quello di poter estromettere dal Pdl chi non risulta funzionale al suo becero disegno di manipolazione del potere. Resto nel partito a prescindere ed a discapito di qualsivoglia tentativo esperito per ottenere questo risultato, in alternativa, quindi, non gli resta che proporre agli organi deputati la mia espulsione.

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