Regolamento di conti, liti per una sospetta gravidanza, punizioni del clan. E cosi’, per tutto questo, Napoli e provincia hanno contato tre morti: in dodici ore. Vittime tutte giovani: 18 anni, pusher per conto del clan, il piu’ piccolo; 42 anni, il titolare di un bar ucciso per sbaglio, il piu’ grande. Era da tempo che non si contavano cosi’ tanti morti ammazzati in una notte sola. Laddove la camorra, questa volta, per i carabinieri che seguono tutti e tre i casi, non sembra farla da padrone. La scia di sangue inizia da Cercola, alle porte di Napoli. Li’, nel corso di una lite, viene accoltellato alla natica Mario Noto, 23 anni, gia’ noto alle forze dell’ordine. Il litigio scoppia, alla presenza anche del 21enne Giuseppe Sannino, quando i due incontrano un minorenne di quindici anni e il 21enne Gennaro Pomatico. Al centro del diverbio le accuse rivolte al quindicenne, che aveva una relazione con la cognata di Noto, sedicenne, e soprattutto il sospetto che l’avesse messa incinta. Una lite durante la quale il quindicenne accoltella Mario Noto. Dopo essere stato soccorso all’ospedale Villa Betania, Noto e Sannino decidono di dare una lezione al sedicenne e a Pomatico. Li raggiungono sotto casa e li’ scoppia un’altra lite alla quale prende parte anche il padre di Pomatico, il 39enne sorvegliato speciale Vincenzo, che scende in strada armato di pistola. E’ allora che, durante la rissa, viene esploso un colpo d’arma da fuoco che colpisce a morte Sannino. I due Pomatico, nella notte, tentano di raggiungere Follonica ma vengono intercettati dai carabinieri in provincia di Viterbo. Non si sa ancora chi dei due abbia esploso il colpo d’arma da fuoco che ha ucciso Sannino. Intanto entrambi sono stati sottoposti a fermo con l’accusa di omicidio. Stesso provvedimento anche per il minorenne, anche se per tentato omicidio. Tempo poche ore e a Miano, quartiere della periferia nord di Napoli, entra in scena la camorra. A pochi metri dalla caserma del Battaglione Campania, viene ucciso Marco Riccio, 19 anni tra un mese. Sono proprio i carabinieri a sentire i colpi di arma da fuoco e a trovare, lungo via Cuba Cardone, il corpo di Marco: giustiziato come un boss con diversi colpi alla testa. Dietro questo omicidio, secondo i carabinieri, c’e’ una punizione del clan. Riccio, nonostante la giovane eta’, aveva gia’ precedenti per droga, spaccio per conto della camorra. Ultimamente aveva cambiato fazione, e questo a qualcuno non e’ andato giu’. Prima vicino al clan Amato-Pagano, sarebbe poi passato con il clan Magnetti del gruppo Vanella Grassi di Secondigliano, considerato tra i piu’ forti nel quartiere per lo spaccio. Da qui la punizione. Stamattina, infine, alle ore otto l’ennesimo omicidio, questa volta per sbaglio. Uno scooter con a bordo due sicari, stava inseguendo un’automobile, una Ford Ka, secondo la ricostruzione della compagnia di Casoria. Hanno iniziato a sparare contro, forse, il vero obiettivo che era a bordo di quell’auto. Ma su tre – quattro proiettili esplosi uno, vagante, ha colpito Andrea Nollino, 42 anni. Aveva appena aperto il bar di cui e’ uno dei titolari, in Largo San Mauro. Stava spazzando, quando e’ stato colpito a morte. I carabinieri stanno analizzando le immagini delle videocamere di sorveglianza presenti in zona. Probabile, dunque, che riescano a risalire a qualche dettaglio. Intanto, oltre allo stupore per quanto accaduto, nessuno, al momento, ha raccontato qualcosa ai carabinieri. Eppure cittadini, a quell’ora e in quel posto, di sicuro c’erano.