L’amministrazione di centrodestra a Cercola sembra essere giunta al capolinea. La crepa interna al partito del sindaco Tammaro questa volta sembra non avere margini per essere riparata ed il gruppo di dissidenti sembra essere determinato a concludere l’esperienza di governo cittadino affidato, quattro anni fa, ad un centrodestra che sovvertendo i pronostici, si affermava con un margine di pochi voti.
Alla base di questa irreparabile rottura una “incompatibilità caratteriale” tra sindaco ed il gruppo capeggiato da uno dei coordinatori cittadini, Vincenzo Esposito e dal capogruppo consiliare Orazio Pandolfi. Tammaro è accusato di accentrare con arroganza tutto il potere nelle sue mani, cosa che già abbiamo sentito da altre campane ed in altre occasioni. Il sindaco si difende dicendo di essere atipico e di aver destabilizzato con i suoi modi di fare poco ortodossi una incancrenita classe politica e dirigente che di conseguenza gli si è rivolata contro.
Di “incompatibilità caratteriale” parla anche Alfredo Tammaro, altro coordinatore cittadino del PdL, consigliere comunale e da alcuni mesi anche membro del direttivo provinciale del partito: «Se rottura ci sarà conferma il consigliere Tammaro essa sarà dovuta esclusivamente ad attriti ed incomprensioni a livello caratteriale tra il sindaco ed un gruppo di consiglieri di maggioranza. Certamente escludo che ci sia una lotta per incarichi, deleghe o interessi più o meno personali. Conosco molto bene l’onestà ed il carattere del personaggio Pasquale Tammaro ed altrettanto bene la levatura e la serietà politica di quanti ora si trovano in contrasto con il primo cittadino. Sicuramente qualcuno proverà a strumentalizzare l’eventuale rottura, come già si sta facendo in questa fase, paventando scenari legati ad accordi non portati a termine e ad interessi più o meno personali. Nulla di tutto ciò. In una democrazia possono esserci incomprensioni e differenti punti di vista che possono portare ad una crescita politica, ad un confronto aperto e positivo, ma talvolta, possono anche portare a strappi difficilmente ricucibili».
In questo fine settimana la questione sarà portata all’attenzione del commissario cittadino on. Gioacchino Alfano che indubbiamente proverà a dirimere per il meglio la questione, ma i giochi sembrano fatti e le ore di Tammaro ormai scandite dall’inevitabile convocazione del consiglio comunale per l’approvazione del bilancio, inderogabilmente programmato entro la metà di luglio.
«Se non si dovesse trovare una rinnovata coesione, una strada per poter chiudere degnamente la legislatura nel 2013 ha concluso Alfredo Tammaro certamente non andremo in consiglio comunale se non dimissionari. Non potrei mai sedermi nel consesso civico sapendo di dover ricevere una pugnalata dagli stessi esponenti del mio partito. Lo stesso Esposito, uomo di partito, sicuramente si dimetterà piuttosto che andare in consiglio con questi presupposti».
LPC