Lei si è mostrato particolarmente critico nei confronti di “Pompei Informa”. Può spiegarcene le ragioni?
“L’ultimo speciale è una palese pubblicità al nuovo centro commerciale. Spero di non ritrovare in bilancio comunale i costi di questo numero del periodico comunale che sembra quasi un riconoscimento dovuto. Già in altre occasioni ho criticato l’effettiva utilità di tale strumento cartaceo che ancora una volta ci fa sorbire non solo le foto del sindaco, che conosciamo tutti bene. Vorremmo trovare su tali pagine i volti dei tanti pompeiani mortificati ed oramai succubi di un potere al quale non sono in grado più di ribellarsi”.
Di cosa si dovrebbe occupare, a suo parere, tale foglio cittadino?
“Dovrebbe parlare, ad esempio, delle offese che stanno ricevendo le famiglie storiche delle bancarelle. Anche io sono per una regolamentazione, ma non accetto imposizioni da chi si dovrebbe sentire il vero padre di tutte le famiglie di Pompei. Questa amministrazione partigiana, amante dei poteri forti e attenta solamente alle occasioni sulle quali è possibile speculare visibilità ed opportunità non sempre a favore della città, dovrebbe andare via.
Quali sono, secondo lei, le pecche più evidenti della gestione D’Alessio?
“Basta considerare lo stato della viabilità. Per ottenere dei risultati concreti è stato necessario attendere gli investitori emiliani de “La Cartiera” che in tempi da record hanno realizzato strade, rotonde e sottopassi. Tutte opere che in otto anni questo sindaco non è stato capace di realizzare autonomamente. E pensare che le tasse, vedi IMU, a Pompei sono le più alte d’Italia. Il rilancio economico deve essere competenza della politica, a Pompei latitante, ed equamente distribuito sul territorio favorendo le imprese locali”.
Quali sono le prospettive per la città con questa amministrazione?
“Probabilmente avremo bisogno di qualche altro investitore che possa risolvere i suoi problemi. Penso a zone trascurate come Treponti o progetti irrealizzati come il passaggio a livello di via Nolana. In ogni caso sono stanco, chiedo ufficialmente il resoconto politico ed amministrativo di ogni assessore e le rispettive risorse in bilancio. Se il loro operato, come credo, è insufficiente è arrivata l’ora di tagliare tutti i rami secchi di questa politica perché il cittadino non deve più pagare persone inoperose e incapaci di amministrare”.
Claudia Malafronte