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Terminata la mostra “Black against racism” dell’artista napoletano Balletta

Terminata il 30 giugno “Black against racism”, la mostra del giovane artista napoletano, Giovanni Balletta, approdata al Glue di Firenze.

L’esposizione vuole essere un tributo contro il razzismo: le opere esposte raffigurano musicisti di colore passati alla storia come Jimi Hendrix, Bob Marley e Ray Charles, che hanno dato un forte contributo alla lotta per il riscatto di un popolo sottomesso per secoli.

L’inchiostro nero, unico colore utilizzato dall’artista, soffiato su pvc è la proposta personale di Balletta per portare alla luce il problema della discriminazione sociale nei confronti  della gente nera.

Il colore negativo  per antonomasia è qui ricontestualizzato e si carica di positività perché “il Nero è Bello”, come diceva Martin Luther King jr. L’ emblema di sofferenze passate diventa speranza di libertà  della gente  di colore.

“La sensibilità verso la tematica del razzismo, purtroppo sempre attuale, è riproposta grazie al contributo di un’eccellenza napoletana come  Giovanni Balletta”, afferma Emanuele Leone Emblema, fiero di avere nella collezione permanente del Museo Emblema , l’ opera Terre Emerse da marzo 2011.

Giovanni Balletta, in arte Banne, nasce a Napoli nel 1975, si  diploma allo Ied di Milano in Arti Visive e approda nel mondo del  lavoro come grafico pubblicitario. Le sue prime opere rappresentano nudi e ritratti a matita e riproduzioni di grandi maestri come Caravaggio e Picasso.

Contemporaneamente studia i grandi artisti del Novecento come  Emblema, Rothko e  Pollok  dai quali sarà influenzato nella sue successive opere, ad esempio in “ Rethinking Emblema”,  Banne omaggia il talento creativo del maestro vesuviano Salvatore Emblema.

Oggi Balletta si dedica esclusivamente al pvc, supporto che gli permette di sperimentare un nuovo tipo di approccio estetico: la luce che attraversa il dipinto trasforma l’osservatore  da spettatore passivo a fruitore dell’opera. Con l’utilizzo di nuovi materiali e colori, raffigura l’arte urbana senza dimenticare la sua essenza di grafico.

Michela Sorrentino

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