È stato un consiglio comunale senza grandi scossoni quello che ha avuto luogo ieri a Palazzo De Fusco. Niente di più lontano, insomma, dall’assise del mese scorso, quando, la defezione di un gruppo di fedelissimi sul bilancio, fece temere il peggio per la giunta D’Alessio. Due le questioni all’ordine del giorno: da un lato la previsione di aiuti per i terremotati dell’Emilia, dall’altro la presa d’atto della conclusione della conferenza dei servizi e delle osservazioni al progetto preliminare del “Centro Direzionale”. Per quanto concerne il primo punto, del resto, la solidarietà del comune nei confronti delle popolazioni vittime del sisma si colloca nell’ambito dell’iniziativa dell’Anci (Associazione Nazionale Comuni Italiani) denominata “Adotta un comune terremotato”. Contrariamente allo stanziamento iniziale pari a tremila euro, il consiglio ha votato un contributo di cinquemila euro, accogliendo la proposta del consigliere Alfredo Benincasa (PD). L’altro punto all’ordine del giorno, invece, consiste nel progetto preliminare del nuovo centro direzionale, comportante una variazione al piano urbanistico generale. Terminata la conferenza dei servizi, in cui gli enti interessati hanno dato parere favorevole, l’assise ha preso atto di ciò nonostante non siano mancate polemiche. Il consigliere Alberto Robetti (PD), infatti, ha fatto notare che mancava il previo controllo della Soprintendenza Archeologica per eventuali reperti presenti nell’area scelta dal comune. A replicare è stato l’ing. Andrea Nunziata, a capo dell’ufficio tecnico del comune, spiegando che, in tale fase preliminare, l’ intervento della SANP sarebbe stato prematuro. In ogni caso, si tratta di una altro passo per la realizzazione del nuovo centro destinato ad ospitare gli uffici comunali rendendo palazzo De Fusco soltanto un luogo storico. Il progetto, inoltre, prevede la realizzazione di una struttura composta da due corpi di edifici che saranno sede non solo di uffici ma anche di attività commerciali e della biblioteca. L’opera verrà edificata presso via Monsignor Di Liegro su di un terreno di proprietà comunale di un’estensione pari a 4. 450 metri quadrati, attraverso il coinvolgimento di imprese private col contratto di leasing in costruendo. Secondo quanto affermato dal dirigente, il comune avrebbe previsto così di ottimizzare i costi delle locazioni degli uffici comunali sparsi sul territorio. Per l’opposizione, al contrario, questo potrebbe rappresentare uno spreco di risorse in assenza di un precedente placet della SANP, laddove venissero trovati reperti. Solo il futuro, dunque, potrà svelare chi ha ragione. Per ora il progetto va avanti.
Claudia Malafronte