Ombre sulla balneabilità delle acque porticesi. Dopo lo scetticismo, le ilarità, le polemiche scaturite a seguito dell’annuncio della
balneabilità dell’intero litorale porticese, e i canti di vittoria da parte degli amministratori locali a seguito dello straordinario risultato conseguito, un’altra tegola potrebbe abbattersi sui dati diffusi dall’ARPAC. Infatti, il comandante della Guardia Costiera di Portici, Domenico Ferrara, potrebbe chiedere all’Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale Campana (ARPAC) di ripetere le analisi delle acque del litorale della città della Reggia, dato che sarebbero stati individuati alcuni scarichi nel porto del Granatello. La segnalazione dei presunti scarichi che metterebbero a serio rischio lo stato delle acque porticesi, è partita dal
consigliere comunale di Italia dei Valori, Francesco Portoghese, divenuto ormai un vero e proprio simbolo per la lotta contro gli scarichi a mare. In una nota inviata al primo cittadino Enzo Cuomo, al comandante della Capitaneria di Porto, Domenico Ferrara e al dirigente della GORI, Rodrighez, Francesco Portoghese esprimeva la propria preoccupazione per la presenza di un tubo nel porto del Granatello dal quale fuoriesce acqua “sospetta”. Nella fattispecie, la preoccupazione del consigliere di Italia dei Valori nasce dal fatto che dal tubo – considerato da sempre uno scarico di acqua pluviale – fuoriesce acqua anche nelle giornate non piovose. La notizia della ripetizione delle analisi delle acque di Portici potrebbe essere ufficializzata nelle prossime ore.
Scetticismo. Il risultato conseguito dall’amministrazione comunale che, dopo un lungo lavoro in sinergia con la Gori e la Regione Campania, ha reso balneabili le acque della città dopo oltre 40 anni, ha suscitato numerose perplessità. I pessimi risultati raggiunti dalle acque dell’intera fascia costiera che va da San Giovanni a Teduccio a Torre Annunziata, dove non è possibile tuffarsi nelle acque per l’eccessiva presenza dei batteri dell’Escherichia coli ed Enterococchi intestinali, sono tra i principali motivi del forte scetticismo che vige in città. Infatti, dell’intera costa campana (da Napoli a Torre Annunziata) soltanto le acque porticesi (e un tratto di spiaggia di Torre del Greco n.d.r) hanno superato le quattro prove previste dall’ARPAC. Anche le modalità adottate dall’ARPAC per l’esame delle acque hanno sollevato seri dubbi. Infatti i criteri di valutazione adottati dall’agenzia regionale sono stati ridotti a due, rispetto ai nove degli scorsi anni. La valutazione si basa solo sulla presenza nelle acque dei batteri dell’Escherichia coli ed Enterococchi intestinali. Altra nota dolente è lo stato del mare porticese. Il colore delle acque che bagnano le spiagge delle Mortelle, l’ex bagno Rex e quella della villa d’Elboeuf non è di certo invitante per chi decide di immergersi. Numerosi video e foto immortalano le acque invase da schiuma, chiazze oleose e una colorazione scura che proprio non si addice a un mare balneabile. La clamorosa notizia, poi, del ritrovamento di una carcassa di una mucca decapitata nel mare di Torre del Greco lo scorso 17 giugno, sottolinea la fortissima difficoltà delle acque nostrane.
Mi tuffo o non mi tuffo? Lo scetticismo di alcuni porticesi sulla questione della balneabilità del mare ha portato alla nascita del comitato “Mi tuffo o non mi tuffo?”, una realtà aperta a tutti i cittadini e indipendente da qualsiasi partito politico. Lo scopo del comitato è quello di andare oltre ai risultati riferiti dall’ARPAC e analizzare le acque porticesi non solo sulla base dei due
parametri (Escherichia coli ed Enterococchi intestinali) previsti dal decreto ministeriale, ma anche di altri canoni che potrebbero essere dannosi alla salute dei bagnanti. Il comitato si è già attivato per effettuare nuove analisi delle acque porticesi presso un centro privato. Il costo delle analisi è di 540 euro, cifra che i componenti del comitato cercheranno di racimolare mediante una raccolta fondi.
Andrea Scala