Doveva essere una presentazione di un libro. È stato uno spettacolo ricco di gag e colpi di scena. Gran maestro in una serata calda alla Libreria Loffredo – Vomero, forse la più calda di un inizio luglio che non da tregua, l’attore scrittore Gaetano Amato. Il libro in questione “Buona fine e…buon principio” di Tonino Scala edito dalla casa editrice cento autori. A presentare l’autore, è stato il giornalista scrittore di Repubblica Antonio Di Costanzo accompagnato da Gaetano Amato e Fabiana Sera nota speaker radiofonica di Radio Marte. Una serata all’insegna del divertimento con lettura di brani e con uno spettacolo costruito da Gaetano Amato e da Fabiana sera a suon di gag e risate, tante risate. Una sera calda rinfrescata da un 31 dicembre protagonista del romanzo di Tonino Scala. “Amo Napoli perché mi ricorda New York… Come New York è sporca e cade a pezzi, ma nonostante tutto la gente è felice…”. Inizia con una frase di Andy Warhol “Buona fine e buon principio”. Un viaggio, si un viaggio nella sua Napoli, nelle sue storie che si districano nel 31 dicembre napoletano. Il giorno in cui tutto dovrà cambiare, il giorno in cui un popolo spera, poi arriva il primo, il princio e… Buona fine e buon principio è edito da la casa editrice Centoautori nella collana Narratopoli, poco più di cento pagine per descrivere un mondo, una città. Una città protagonista con le sue storie i suoi vicoli, le sue canzoni. Un camion che corre una canzone la colonna sonora del libro e della vita dei napoletani “Nu napulitano nun è sempe allero, nun le baste ‘o sole, tene troppe penziere. Dint’ ’a chesta gara parte sempe areto, corre tutt’ ‘a vita e ‘o traguardo è ‘na barriera”. L’autore è l’ex scugnizzo dal caschetto biondo Nino D’Angelo. una città che è un palcoscenico di vita. Napoli, le sue strade, le sue piazze, i vicoli, i personaggi, le scene singolari, i dialoghi, i monologhi … La Napoli che dal suo ventre partorisce storie indimenticabili, musiche, suoni, rumori, caos, aneliti di pace, d’amore, di vita dignitosa. È al ritmo di motivi ben noti ai napoletani “ delle strade provinciali, secondarie, di viuzze e di ogni pertugio che trabocca di gente” si snodano i fatti, si ripetono tradizioni, usi, costumi, si rinnova quel “tour de force culinario” di un Natale volutamente festoso, delle abbuffate e dei profumi delle immancabili pietanze partenopee. È il Tonino Scala, autore impegnato e creativo, che osserva, che medita, coglie momenti di vita, ascolta e descrive in modo mirabile la realtà di una città eterna. Una città madre e matrigna, in alcuni casi, ma sempre la stessa. Un orologio scandisce il tempo, è una voce, un segno inconfutabile della vita che scorre e fa rintoccare i suoi attimi, momenti della storia di un popolo verace, sanguigno col suo linguaggio forte, incisivo, immediato, talvolta rassegnato e fatalista, talvolta fortemente combattivo. È la Napoli dell’entusiasmo e della sofferenza, della gioia e della disperazione, che Tonino porta nella sua anima, come se nelle sue stesse viscere ci fossero scolpiti mare e sole, pioggia e neve, casupole, palazzi e voci, dramma ed umorismo ed anche tanta commuovente malinconia. Un motivo ripete le strofe di una canzone antica e sempre nuova. Leggendo le pagine di Scala ci tuffiamo in quelle stesse realtà così sapientemente descritte, ne respiriamo l’aria, percepiamo i battiti del cuore di tutti i personaggi e diventano i “nostri battiti”. Un codice espressivo eccezionale, una modalità di comunicazione singolare, sono quelli di Tonino Scala e i suoi messaggi vengono a galla impetuosi, carezzevoli, veri, sorprendenti. Stanotte qualcuno danza e sogna e nessuno può rubare quel sogno, a dispetto di tutto e di tutti. Nessuno può farlo infrangere come un’onda su uno scoglio, mandandolo via in mille e mille frammenti di spuma. Si è però consapevoli di una realtà inequivocabile. Domani l’alba ritornerà e ogni volta si scoprirà qualcosa in più. Ogni giorno è un caleidoscopio di emozioni, di colori, odori, sapori. Sembrano quelli di ieri, ma non lo sono, c’è sempre qualcosa di nuovo da scoprire.