Giù quel muro di omertà. Basta con il silenzio che troppe volte ha coperto violenze e abusi di uomini sulle donne. Mai più storie come quella di Alessandra Sorrentino, la ragazza di 26 anni uccisa proprio l’altro ieri a Palma Campania dal marito accecato dalla gelosia mentre i loro due piccoli dormivano. Due giorni dopo quell’ennesimo episodio in cui una donna è morta per mano di un uomo, il Consiglio regionale della Campania ha approvato all’unanimità la legge sulla violenza di genere. Una norma basata fondamentalmente su quattro cardini: i percorsi di assistenza, i servizi territoriali integrati, l’istituzione dell’Osservatorio regionale e il sostegno al mondo dell’associazionismo. Il tutto per combattere un fenomeno molto più vasto di quanto si possa immaginare: una vittima ogni tre giorni dicono le statistiche, peggio di incidenti stradali, guerre o del cancro. «La nuova normativa – dice il consigliere regionale del Pdl e componente dell’Ufficio di presidenza, Bianca D’Angelo – non è solo una legge delle donne per le donne, ma lo strumento di tutti noi consiglieri che riconosciamo la violenza di genere come una piaga sociale che le istituzioni devono contrastare con forza». E i numeri di questa piaga sono impietosi. Secondo i dati Istat, sono 7 milioni le donne che in Italia, nel 2011, hanno subito violenza. Una ogni tre giorni. E dall’inizio del 2012, in episodi di questo genere, 60 donne hanno perso la vita, un fenomeno che causa più danni di incidenti stradali, guerre e cancro. In media una donna su tre, tra i 16 e i 70 anni, è vittima di aggressioni da parte di un uomo, per lo più il partner o un ex, e nel 63% dei casi succede sotto lo sguardo dei figli. E sono le più giovani le vittime predilette, quelle tra i 16 e i 24 anni, che nella quasi totalità dei casi non denunciano: è addirittura il 96% delle donne a preferire il silenzio. In Campania, fino a ora, i dati sono stati parziali e frammentari. Gli unici numeri certi sono quelli del centro antiviolenza dell’ospedale San Paolo. Nel 2009 sono stati una cinquantina i casi di violenza su donne e un centinaio tra il 2010 e 2011. Numeri che rappresentano solo una goccia nel mare considerando le tante vittime che si sono rivolte ad altri ospedali o che hanno nascosto la loro vicenda. Con la nuova legge tante cose dovrebbero cambiare. In che modo? È la stessa consigliere D’Angelo, tra le principali ispiratrici del testo, supportata dal presidente della commissione Sanità, Michele Schiano di Visconti, a spiegarne i principali dettagli tecnici. La norma offre alle donne un percorso di assistenza clinica e psicologica in strutture pubbliche, prevede, tra l’altro, l’integrazione dei servizi territoriali antiviolenza e l’istituzione dell’Osservatorio regionale della rete antiviolenza, il tutto senza aggravi di spesa. Infine una mano tesa al terzo settore: «Da oggi – spiega il consigliere – tutte quelle associazioni che hanno svolto per anni un’azione indispensabile ed efficace, ma molto solitaria, avranno a disposizione uno strumento utile per poter continuare la propria opera in maniera più forte e incisiva». E così il mosaico della lotta alla violenza di genere è completo: i primi due tasselli furono gli sportelli rosa ai pronto soccorso del San Paolo e Loreto Mare. Oggi la nuova legge sulla violenza di genere. «Un grande passo in avanti per la Campania – dice D’Angelo – La politica dimostra con i fatti la capacità di interpretare i cambiamenti sociali e di saper intervenire con azioni mirate a tutela dei diritti e della dignità di tutti i cittadini».
“Se non ci fossero state così tante donne consiglieri regionali non si sarebbe mai arrivati ad una legge di così alto profilo. E’ solo grazie alla sensibilità e forza di volontà femminile – ha detto il capogruppo Pdl Fulvio Martusciello –che oggi in Consiglio Regionale abbiamo approvato una legge così importante. E solo grazie al sistema della doppia preferenza, che in Consiglio Regionale abbiamo potuto avere così tante donne”.