È di nuovo scontro tra la senatrice Diana De Feo (PdL) e l’attuale gestione della Soprintendenza Speciale per i beni archeologici di Napoli e Pompei da parte di Teresa Elena Cinquantaquattro, bersaglio non dichiarato della sua ultima interrogazione parlamentare. L’onorevole pidiellina, infatti, si rivolge al ministro della cultura Lorenzo Ornaghi per chiedere conto dei “mancati interventi per la valorizzazione dei beni culturali in Campania” e del perché “nonostante le reiterate denunce di inadempienza sollevate nei confronti della sovrintendenza, non si intervenga in maniera decisa al fine di rimuovere gli ostacoli che impediscono una idonea conservazione e manutenzione dei beni archeologici”. Nel mirino della componente della commissione beni culturali di Palazzo Madama non c’è solo Pompei e i suoi inveterati malanni, ma anche i siti Flegrei che rientrano nella competenza della SANP a seguito dell’istituzione di un ente unico per l’intera area del napoletano. L’affondo della parlamentare prende l’avvio dalla questione sicurezza, viste le recenti sparizioni nella città sepolta e nel tempio di Pozzuoli : “I sistemi di videosorveglianza, come è noto, non sono adeguatamente funzionanti o sono del tutto inesistenti malgrado la Sovrintendenza unificata di Pompei e Napoli disponga di ingenti fondi di cassa. A Pompei, Ercolano, Oplontis, Stabia perfino gli orari di apertura delle aree archeologiche al pubblico subiscono, talora, improvvisi cambiamenti o chiusure settimanali o ancora ritardi costringendo all’attesa, sotto la calura, centinaia di turisti provenienti da tutto il mondo”. Sulla zona Flegrea, invece, la senatrice De Feo parla di uno stato di abbandono: “il Rione Terra, l’anfiteatro Flavio di Pozzuoli, il terzo in ordine di grandezza presente in Italia dopo il Colosseo e Capua, il magnifico Museo del Castello di Baia, restaurato con una spesa di 84 milioni di euro e quasi sempre chiuso, la celebre Piscina Mirabilis, inaccessibile ai visitatori, nonostante la richiesta di gestione avanzata dagli albergatori campani senza scopi di lucro, tutti potenziali forti attrattori culturali per il turismo ma, di fatto, impraticabili al grande pubblico”. Il tutto, come sottolineato dalla parlamentare e dall’associazione albergatori dei Campi Flegrei, ha ricadute negative sull’economia locale e dell’intera penisola. In conclusione la stilettata della senatrice è indirizzata al vertice SANP: “Pare che la Sovrintendenza sia completamente disinteressata alla conservazione e alla valorizzazione dei beni archeologici e culturali presenti nell’area pur in presenza di disponibilità di risorse finanziarie”.
Claudia Malafronte