Era composta da medici, avvocati, cancellieri e consulenti assicurativi infedeli, vittime e testimoni falsi, l’associazione a delinquere smantellata dalla Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere che inventava falsi sinistri o ne amplificava le conseguenze in modo da ottenere dalle compagnie assicurative risarcimenti non dovuti. Trecento gli incidenti oggetto dell’inchiesta, i danni relativi ai singoli episodi non erano mai ingenti, anche se in totale la somma quantificata dalla Procura si aggirerebbe sui quattro milioni di euro. In un primo momento, è emerso durante le indagini, intervenivano i medici, tra cui il primario del reparto di radiologia del civile di Caserta Giuseppe Belfiore, nel cui Centro radiologico Massa, sito a Casagiove e intestato alla moglie, venivano indirizzate le vittime dei falsi incidenti; con l’ausilio del medico-collaboratore Giuseppe Dalena (ristretto ai domiciliari, ndr), Belfiore stilava referti falsi, recanti la firma della moglie, che poi servivano alla false vittime ad ottenere i risarcimenti presso le compagnie assicurative; in più Belfiore si faceva rimborsare dalla Regione i falsi esami radiologici integrando così anche il reato di truffa ai danni del sistema sanitario. I carabinieri hanno piazzato delle micro-camere negli uffici del centro radiologico, filmando proprio Dalena mentre riceveva i soldi dal procacciatore Angelo Di Caterino affinché realizzasse radiografie false; in un altro momento, l’ecografista, è stato ripreso mentre abbandonava il centro dopo aver salutati i falsi pazienti. Se le compagnie non pagavano, intervenivano gli avvocati, come Gennaro Pizza e Giancarlo Filippelli, entrambi finiti ai domiciliari, che avviavano una causa coinvolgendo i cancellieri Salvatore Russo e Carmine Bernardo in servizio al giudice di pace di Aversa; quest’ultimi riuscivano a far nominare quale consulente tecnico d’ufficio medici compiacenti, come Vincenzo Schiavone – nominato ctu almeno 4 volte e finito oggi ai domiciliari – che stilavano poi una perizia che confermava il danno lamentato dalla false vittime. In cambio, i cancellieri ricevevano per ogni nomina una somma che andava dai 150 ai 300 euro. Tra le intercettazioni più significative, quella riguardante due “attori” dei falsi incidenti che, commentando il contenuto dei certificati medici, ironicamente dicevano: “Ma è possibile che teniamo tutte queste patologie?”.