È allarme borseggi nell’ area archeologica di Pompei. Complice il grande affollamento del sito che raccoglie migliaia di visitatori al giorno, lo scorso 13 luglio alle 10.30 circa, due giovani turisti sono stati derubati del portafoglio all’interno delle Terme del Foro. Rivoltisi in ritardo alla vigilanza, non più in grado di distinguere i criminali nella folla, i due sono stati indirizzati alla locale caserma dei carabinieri dove hanno denunciato il furto. Vacanze rovinate, quindi, per i malcapitati visitatori, che porteranno con loro uno spiacevole ricordo di Pompei, ma non si tratta, purtroppo, di un caso isolato. Già nel 2008, infatti, si verificarono analoghi episodi di borseggio ai danni dei turisti all’interno delle mura romane. Tali avvenimenti indussero il coordinatore Nicola Mascolo a raddoppiare il personale presente nei punti nevralgici e più congestionati dell’area archeologica. Fu così che i due addetti alla vigilanza, Lazzaro Gargiulo e Alberto De Vita, riuscirono a individuare la coppia di malfattori che aveva sottratto il portafoglio ad una signora anziana, sempre nelle Terme del Foro. In tal modo la donna fu consegnata alle forze dell’ordine e tradotta nel carcere femminile di Pozzuoli mentre il suo complice, cui stava per essere consegnato il maltolto, riuscì a darsi alla fuga. Il nodo sicurezza, dunque, si propone ancora una volta negli Scavi, non solo per le rovine ma anche per le persone che giungono da tutto il mondo per ammirarle. Problema che si intreccia alla gestione ottimale dei dipendenti:“Purtroppo, episodi del genere (del 2008, ndr) rischiano di non potersi ripetere se non si dà seguito a quanto stabilito dal tavolo tecnico, a seguito del lavoro di ridistribuzione del personale di vigilanza secondo le vere esigenze dei siti”sottolinea il segretario della CISL Antonio Pepe .“Anche perché”, continua il sindacalista, “sarebbe intollerabile non poter continuare a garantire la sicurezza delle decine di migliaia di turisti che quotidianamente visitano l’area archeologica, lasciando molte domus agibili chiuse al pubblico per carenza di personale quando in altri siti, a confronto del carico di lavoro, il personale sembra stare in prepensionamento”. “Ricordiamo”, conclude Pepe, “che gli Scavi di Pompei sono una Città viva con presenze di turisti che vanno anche oltre le ventimila persone che circolano nella’area archeologica ogni giorno”. Insomma tra furti, crolli e borseggi le piaghe delle vestigia romane si moltiplicano mentre le soluzioni continuano a essere rimandate. Il vero miracolo è che, nonostante tutto, i turisti trovino ancora irresistibile il fascino di Pompei e perseverino nel visitarla. Questo, però, non può essere un alibi per continuare a trascinare una situazione ormai intollerabile. Al contrario, dovrebbe essere una spinta a curare un sito “malato” mantenuto in vita dai visitatori, che appaiono sempre più gli amorevoli convenuti al capezzale di un “luogo” morente. Non farlo è una colpa, non solo per i maggiori ricavi che si potrebbero ottenere in tempi di crisi, ma anche per non aver custodito delle rovine uniche e straordinarie che, una volta perse, non sono più recuperabili.
Claudia Malafronte