Boscoreale, il sindaco Langella ‘resta a galla’: la sfiducia non va in porto per un vizio di forma

Colpo di scena a Boscoreale. Ieri mattina, mercoledì 18 luglio, il sindaco di Boscoreale sembrava essere stato mandato a casa dal consiglio comunale.

Cinque consiglieri di maggioranza e sette di opposizione avevano sfiduciato Gennaro Langella, il primo cittadino.

Ma almeno per il momento il sindaco resta in carica a causa di un di un’irregolarità di forma rilevata dalla prefettura.

“Una forzatura”, afferma l’opposizione, che non ha ritenuto valide le dimissioni di otto dei dodici consiglieri, mentre per quattro di loro la procedura risulta regolare.

“Le procedure sono irregolari- spiega Langella- perché dovevano essere presentate di persona dai diretti interessati, o attraverso un atto di delega”.

Le dimissioni valgono per quattro consiglieri, Giuseppe Balzano, Francesco Paolo Oreste, Raffaele De falco e Mario Farina.

Una questione burocratica insomma, da risolvere nel breve periodo.

Le motivazioni che hanno spinto i consiglieri a sfiduciare il sindaco sono sempre le stesse, e  forse vanno ricercate nella politica adottata dal sindaco, che troppo spesso prendeva decisioni senza interpellare i consiglieri né di maggioranza, né di minoranza.

Carmine Sodano, il presidente del consiglio comunale, Gaetano Campanile, Mario Di Martino, Mario Treré, Francesco D’Aquino, Raffaele De Falco, Giovanni Ambrosio, Luigi Buffone, Luca Giordano, Francesco Paolo Oreste, Mario Farina e Giuseppe Balzano, sono i consiglieri che hanno deciso di sfiduciare Langella.

A differenza di quanto emerso nel corso degli ultimi giorni però, la causa della sfiducia, almeno da parte dei consiglieri di maggioranza non sono gli avvisi di garanzia arrivati a causa della biblioteca comunale.

Quest’ultima è stata affidata dal comune di Boscoreale all’associazione di anziani “Amici” lo scorso maggio, ma secondo i consiglieri del Pd, dell’Udc e dell’Idv non sarebbe agibile, e l’hanno fatto presente all’autorità giudiziaria.

Da subito si scatena un caos di dichiarazioni riguardanti la biblioteca che si intrecciano con la sfiducia al sindaco dei consiglieri di maggioranza.

Dal canto suo il primo cittadino di Boscoreale si difende: “Non esistono avvisi di garanzia- afferma- e se ci sono, io non ne sono al corrente. Che mi facciano vedere dov’è scritto sul registro degli indagati. Quello dei gruppi di opposizione non è un buon modo di fare politica; si sta innalzando un polverone inutile. Sono anni che il Comune di Boscoreale paga l’affitto per lo stabile dove ora si trova la biblioteca- continua l’ex sindaco- mentre prima c’erano solo uffici vuoti. Il vero reato è quello di pagare per dieci anni un affitto di più di duemila euro, senza usufruire dello stabile.  Confido nell’operato della magistratura.”

I consiglieri di opposizione invece non hanno alcuna fiducia nei confronti di Langella, come non ne avevano nemmeno nei giorni passati:“Il sindaco Langella venga in consiglio comunale a spiegare cosa sta succedendo, ci spieghi perché i suoi assessori stanno prendendo le distanze dal suo operato- affermano Pd, Udc e Idv-, e  soprattutto se il malessere della maggioranza non proviene anch’esso dal fatto che nemmeno i consiglieri e gli assessori della maggioranza partecipano alle scelte che riguardano l’amministrazione del comune, salvo poi essere chiamati da un avviso di garanzia a condividere responsabilità ben più gravi di quelle politiche. Langella ha una concezione antidemocratica delle istituzioni e quando prendeva decisioni non interpellava né la maggioranza, né l’opposizione”.

L’amministrazione Langella, secondo il sindaco, è stata vittima di un assalto clientelare: “Tutti i consiglieri di maggioranza che mi hanno sfiduciato volevano altre cariche al di fuori di quelle che già ricoprivano. Qualcuno avanzava proposte per entrare nel mio staff, altri volevano la dirigenza di Ambiente Reale, qualcuno invece voleva far parte del nucleo di valutazione. Mi hanno detto che se io non avessi soddisfatto le loro esigenze, mi avrebbero sfiduciato. Tutte le loro richieste erano tentativi di guadagnare più soldi, e non derivavano dalla volontà di far funzionare al meglio l’amministrazione”.

Quella di Langella insomma, sarebbe l’immagine di un “uomo nuovo” venuto all’amministrazione per accerchiarsi di persone meritevoli e competenti, piuttosto che di persone raccomandate.

Giovanna Sorrentino

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