Pompei: “La Cartiera”, licenziati 7 operai ex Aticarta e 5 ancora in forse

A un mese dall’apertura de “La Cartiera” il miraggio del lavoro sfuma per molti dei 50 ex Aticarta. In sette, collocati nel servizio di vigilanza, sono stati licenziati per non aver superato il periodo di prova. Altri cinque, che dovevano essere assorbiti nei servizi di pulizia, non sono stati ancora assunti, con la sola spiegazione verbale della non idoneità. Si tratta, in questo caso, di soggetti la cui inabilità era nota, per cui, per i sindacati, era già possibile prospettare una diversa collocazione. Per Raffaele De Gennaro (RSU) vanno rispettati gli accordi del 2006 che prevedono l’assunzione prioritaria degli ex Aticarta a tempo pieno e indeterminato. Firmataria della convenzione è Coop7 che, secondo indiscrezioni, avrebbe esaurito il suo compito nel far pervenire la richiesta di lavoro agli ex cartari. Tutto regolare quindi: l’impresa privata, una volta costruito il centro, si defila e a occuparsi della sorte dei lavoratori dovrebbero essere le società subentranti. Ma questo ragionamento, formalmente corretto, non viene accettato dai dipendenti ex Aticarta. “Quel centro”, dicono, “è stato costruito per noi, per darci il lavoro che avevamo perso”. D’altro canto, lo stesso polo commerciale ha suscitato diversi interrogativi sulla regolarità dei lavori fatti e concessi in una zona rossa dove non sarebbe possibile costruire, né mancano le lamentele dei commercianti esterni per il calo di clientela. Dunque, se molto è stato fatto e altro tollerato, ciò è avvenuto perché l’interesse principale era ricollocare gli ex dipendenti della cartiera. Adesso desta molta perplessità che proprio questi lavoratori si trovino in condizioni di disagio quando dovrebbero essere i più garantiti. A preoccupare è anche il crescendo di problemi legati agli ex cartari: tra quelli che non sono stati ancora assunti, quelli in forse e quelli licenziati il numero cresce e il dubbio rimane. Perché, viene da chiedersi, i lavoratori che dovrebbero essere più tutelati (tempo pieno, indeterminato, assunzione prioritaria) sono i più colpiti da difficoltà nel nuovo lavoro? E chi dovrebbe dare loro delle risposte o garanzie? Il sindaco Claudio D’Alessio, è il primo cui corre il pensiero, perchè è firmatario dell’accordo e ha più volte espresso la sua vicinanza agli ex Aticarta, dichiarando in un manifesto che la relativa questione occupazionale era risolta. Quell’annuncio oggi viene tristemente smentito perché i problemi per gli ex Aticarta continuano.  Dal primo cittadino, impegnato personalmente nella riconversione, è lecito aspettarsi che sia ancora vicino ai lavoratori controllando la correttezza delle procedure, avendoli accompagnati fino a un esito che sembrava felice. Altrimenti la cartolina festosa del centro commerciale si trasforma, davvero, in un sinistro paese dei balocchi dove Pinocchio diventa un asino e i dolciumi  catene. Ma questo, si spera, è soltanto un brutto sogno.

                                                                                                                      Claudia Malafronte

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