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Vico Equense, convegno alla Ss. Trinità: “Banco di Santa Croce, un’oasi da preservare”

Il Banco di Santa Croce ritorna al centro dell’attenzione in un convegno organizzato dall’Ass. Jaques Costeau di Vico Equense. L’evento, “Banco di Santa Croce, un’ oasi da preservare”, si è svolto nella S.S Trinità e Paradiso a conclusione di un’epica traversata a nuoto nel mare da Positano a Pozzano e conclusasi a Marina di Vico domenica scorsa.45 km  affrontati dal 10 al 15 luglio da Marco, Alessandro, Luca, David, Paolo, Emilio, assistiti dai Canoisti R.O.M. Alessandro, Fulvio, Domenico, Nando, per richiamare l’attenzione sul mare della costiera sorrentina che non gode di  ottima salute.

Uno dei luoghi che potrebbe seriamente danneggiarsi a causa dell’incuria e dell’inquinamento marino è proprio il Banco di Santa Croce, un vero paradiso sommerso al largo del lido Bikini, a Vico Equense, meta di subacquei appassionati di fondali ricchi di flora e fauna spettacolare e luogo di grande interesse scientifico.

Sul Banco di Santa Croce si accesero i riflettori l’anno scorso quando l’area marina da ZTB divenne Oasi Blu e fu presa in carico dal Comune di Vico Equense. In quella occasione vi furono svariati atti da parte dell’amministrazione comunale, soprattutto dell’allora consigliere Di Martino. Il comune creò un’apposita Associazione di sub che avrebbe dovuto vegliare sull’area e aiutare a tenerla pulita. Inoltre si riunì una commissione per lanciare un attrattore turistico di notevole pregio attraverso le immersioni gestite in gran parte da diving privati. Il lavoro svolto creò delle polemiche da parte di chi giustamente temeva che i diving presenti sul territorio mirassero a una specie di privatizzazione dell’area, ma in realtà sul Banco di Santa croce è calato un silenzio istituzionale incomprensibile e inquietante, interrotto solo da improbabili progetti di ripopolamento dell’area marina con specie che vanno dai mitili ai polpi, ogni tanto strombazzati dall’amministrazione comunale, e che mandano in angoscia scienziati, sub appassionati dell’area e cittadini sensibili al tema.

Di fatto oggi della commissione non esiste più traccia, le proposte di Di Martino, divenuto nel frattempo assessore, sono cadute nel nulla. Sul tema non c’è più discussione né confronto ed è rimasta sulla carta anche l’associazione dei sub paladini. La conseguenza di tale abbandono è che il Banco di Santa Croce oggi è gestito nella solita maniera, nell’anarchia, dove la sorveglianza e l’ attenzione al delicatissimo equilibrio ambientale è lasciato totalmente nelle mani dei diving, non tutti accreditati, che fanno un po’ il bello e il cattivo tempo effettuando immersioni a ritmo intensivo.

Nel Convegno alla S.S. Trinità si è finalmente riparlato di tutto ciò, grazie ai giovani nuotatori di EcoOonda. Gli esperti intervenuti hanno chiaramente fatto capire che uno sfruttamento non calibrato non fa bene al Banco di Santa Croce e alla straordinaria biodiversità che lo popola. E, se da un lato i sub possono essere i paladini della buona salute del mare, dall’altro non tutti sono attenti ad evitare dei semplici colpi di pinna accidentali, causa di molti danni alle Gorgonie che crescono abbondanti sulle pareti rocciose. Quanto agli ormeggi oggi ne esiste uno solo dove tutti si attaccano, dovendo a volte sottoporsi a dei turni improvvisati per l’assenza di un calendario delle immersioni. Qualcuno ne vorrebbe addirittura tre, due ad esclusiva dei diving di Castellammare, senza rendersi conto, forse, che in mancanza di una regolamentazione delle immersioni tre ormeggi a poco più di 40 mt di distanza l’uno dall’altro, possono solo aumentare enormemente l’affollamento sottomarino. Ma, a quanto pare, è proprio di regolamenti, di razionalizzazione e di accreditamento ufficiale che alcuni diving non vogliono sentir parlare, mettendo a rischio, non si sa quanto consapevolmente, uno dei luoghi sottomarini più belli e suggestivi del Mediterraneo.

Maria D’Ordia

 

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