E bravo Giletti! Bravo anche perché ha sdoganato programmi d’intrattenimento “estivi” su temi da altro format. Ha condito, parlando di scavi di Pompei, sulla prima rete Rai, in prima serata, un programma sul modello “del Paese che va”, farcito delle solite salse e dei soliti tromboni della tv nazionale. Sul palco e in tv, con alle spalle il Santuario mariano di Pompei, tanti artisti (ci mancherebbe!) che si sono “prestati” per la Madonna e per finanziare progetti di carità internazionale.
Bravo Giletti. Ma cosa ha detto in diretta tv? Questo: “Sono due anni che non riesco a fare un lancio televisivo degli scavi – ha spiegato irritato – non è possibile che un sito archeologico venga gestito come un cortile di un condominio. Mi hanno detto che due mesi fa si sono rotti i bagni pubblici, oggi sono ancora inagibili. Cosi non si aiuta Pompei e non si aiuta l’Italia”. Il cantante Roberto Vecchioni ( è stato presidente del “Forum delle Culture” di Napoli ma è scappato….) era al suo fianco sul palco e ha rincarato la dose: “Sono decenni che gli scavi di Pompei sono ridotti in pessimo stato, eppure un sito come questo è unico al mondo”. Anche Vecchioni si è accorto dei mali. Bravo.
Bravo Giletti perché ha fatto quello che Il “Gazzettino Vesuviano” fa da tempo. Racconta quello che non va nella gestione dell’area archeologica. Aiuta chi vuol conoscere e capire. Infastidisce gli altri. Chi? Sempre gli stessi, cioè quelle “categorie” che si ritrovano quando le cose non vanno: gli indifferenti, alcuni cosidetti operatori turistici, chi è responsabile di cattive gestioni ed anche quelle “famiglie” di politici che appaiono tanto ma non propongono quasi nulla di buono e duratoro per Pompei (antica e moderna). Gli stessi che oggi non hanno detto: “Bravo Giletti, così aiuti Pompei”.
Antonio Irlando