«Non faccio più parte della maggioranza, sono deluso dal comportamento del sindaco Tammaro e solo per senso di responsabilità ho appoggiato l’ amministrazione in questi quattro anni, ma ora basta. Non possiamo più sopportare la dicotomia che separa chi amministra in nome della città e chi rappresenta i cittadini in consiglio comunale».
La rottura interna al Pdl non cosa nuova. La faccenda va avanti da tanto ed è sfociata in questa fase di non ritorno da oltre un mese. Il gruppo dei dissidenti composto inizialmente da Vincenzo Esposito, Orazio Pandolfi, capogruppo consiliare PdL, Antonio De Michele e Dante Capezzuto, si è fortificato e consolidato con nuovi adepti, almeno stando a quanto ci ha dichiarato lo stesso Esposito ed è più che mai fermo sul proposito di chiudere l’esperienza di Tammaro alla guida di Cercola. «Sbagliare è umano, ma sbagliare continuamente è una prerogativa del primo cittadino cercolese». A parlare è sempre Vincenzo Esposito che ha poi dichiarata finita, per quanto sta a lui a al suo gruppo, l’esperienza di Tammaro.
Una giunta che prima opera e poi nemmeno comunica ai consiglieri quanto prodotto o progettato, tanto che questi ultimi vengono a sapere di quanto si fa per il paese solo ed esclusivamente attraverso gli organi di stampa o grazie alle solite “voci di corridoio”. Il sindaco Pasquale Tammaro, circa un anno fa, proprio in occasione di un’altra maretta simile, affiancò due consiglieri ad ogni assessore ed alcune settimane fa ha dichiarato al nostro giornale che i suddetti consiglieri, che tanto avevano scalpitato per essere dentro alle decisioni, non erano mai veramente stati al fianco della giunta. A tale affermazione Esposito risponde: «Una pura operazione di facciata. I consiglieri non sono mai stati realmente coinvolti nella vita amministrativa. Di conseguenza, visto l’andazzo, rendendoci conto dell’inutilità della nostra presenza, ci siamo ritirati in buon ordine. La colpa di tutto quanto è da ascrivere esclusivamente al primo cittadino che non ha mai rispettato i consiglieri di maggioranza e non li ha mai fatti rispettare nemmeno dalla sua squadra.
Una squadra di tecnici che proprio perché non espressione di un consenso popolare avrebbe dovuto rapportarsi sistematicamente con i rappresentanti del popolo. Ciò non è mai accaduto e la nostra pazienza è definitivamente esaurita».
Ultimo esempio della frattura fra giunta e consiglieri di maggioranza presentatoci da Esposito è la delibera per la nuova farmacia comunale approvata nella sala dei bottoni al piano nobile del palazzo di piazza Libertà e venuta a conoscenza dei consiglieri solo grazie alla stampa.
Tammaro a casa dunque al primo passaggio in consiglio, passaggio che del resto non è stato ancora programmato, ma che non potrà andare oltre la fine di agosto. Tammaro sfiduciato e non ricandidabile, questo nei progetti dei dissidenti. Sicuramente si sta già lavorando per un candidato, quale il suo nome non a tutti è dato ancora saperlo.
Gennaro Cirillo